Continuiamo il nostro salto nel passato, con la seconda parte della storia mai raccontata del Cosenza dei record nel Campionato Primavera 1962-63. Il testo è scritto da un nostro affezionato lettore, Marco Toscano, figlio di uno dei protagonisti di questa storia, che ha svolto un lavoro di ricerca sui quotidiani dell’epoca, mettendo in fila gli avvenimenti dell’epoca.
In questa seconda parte la cronaca della storica impresa partita dopo partita (con l’ausilio di articoli dei quotidiani del tempo).
Leggi qui la prima parte
INNO ALLA CANTERA
Quando i talenti rossoblù crescevano tra piazza Cappello e i Rivocati.
Testo di Marco Toscano
Nella prima giornata il Cosenza affronta in casa il Palermo e si impone largamente con un netto 5 a 2. Nel primo tempo i rossoblù segnano al 13′ con Gallo e raddoppiano al 38′ con Filice. Nella ripresa il Cosenza continua a comandare il gioco pervenendo alla terza rete al 17′ con Toscano. I rosanero riducono le distanze al 31′ con Pepe. Riprende il Cosenza che passa ancora con Toscano al 35′ su rigore e dopo solo un minuto (36′) si compie la “manita” con Mosciaro. Sul finire il Palermo ottiene la seconda marcatura con Alduino su rigore.
Nella seconda giornata, in casa, i ragazzi di Bacilieri, pur senza impegnarsi a fondo, annientano il Catania per 3 a 0. Il Cosenza passa in vantaggio al 18′ con Toscano che trasforma una punizione dagli undici metri, bissa poi con Filice al 5′ della ripresa ed arrotonda il risultato al 30′ con una rete di Giuliani, spintosi in fase avanzata.
Nella terza giornata di campionato i giovani rossoblù affrontano in casa, allo stadio “Città di Cosenza – Emilio Morrone”, il favorito Messina e si impongono per 1 a 0. «I ragazzi del Messina sono piegati da una rete dell’ottimo Toscano giunta al 22′ minuto del primo tempo», così commenta l’inviato della Gazzetta del Sud dell’epoca.
La quarta giornata del campionato prevede il derby tra Catanzaro e Cosenza ma la partita non viene disputata (mancata presentazione del Catanzaro ?) e verrà vinta a tavolino dal Cosenza su decisione, sentenziata alcuni mesi più tardi, della Lega Nazionale Professionisti.
Nella quinta giornata i “lupacchiotti” vanno in trasferta allo stadio “Fuorigrotta” per sfidare il Napoli. La partita termina in pareggio 2 a 2. Dalle cronache del tempo la sfida risulta essere bella sia dal punto di vista tecnico che spettacolare. Particolarmente entusiasmanti sono i due quintetti d’attacco. Anzi il Cosenza che ha in Barone il realizzatore dei due gol ed anche il migliore uomo in campo, avrebbe potuto vincerla. Gli undici di Bacilieri dopo aver segnato nel primo tempo con Barone riescono a mantenere il vantaggio per tutti i 40 minuti. Si fanno raggiungere all’inizio del secondo tempo da una rete di Russo su passaggio di Biagini. Al 32′ quando sembra che la partita debba concludersi sull’ 1 a 1, Esposito, su una azione di linea, manda il pallone alle spalle di Aceti. Il Cosenza non si scoraggia e sulla palla al centro ristabilisce le distanze con Barone al 33′.
Nella sesta giornata si gioca in trasferta al Cibali. La sfida tra Catania e Cosenza termina 1 a 1. Fin dalle prime battute si notano le intenzioni delle due squadre: il Cosenza con uno schieramento apertissimo lascia chiaramente intendere la sua determinazione di vincere, il Catania, di contro, intimorito dall’avversario ha paura di perdere. Al 25′ del secondo tempo va in gol per il Cosenza la mezzala destra Carelli. Al 35′ dopo un lancio di Malerba su uno scatto di Occhino il portiere dei lupi, Aceti, è costretto a uscire precipitosamente dai pali ma perde il pallone e Occhino indisturbato può insaccare.
Nella settima giornata il Cosenza gioca fuori casa allo stadio “Celeste” contro il Messina, in una gara molto combattuta, terminata 1 a 1. Il Cosenza uscito indenne da Catania sette giorni prima, ha ripetuto con uguale punteggio, l’impresa al “Celeste”. Il cronista della Gazzetta del Sud a Messina utilizza le seguenti parole: «Onore a tutte e due le squadre; al Cosenza che ha presentato a Messina una formazione davvero invidiabile, duttile in tutti i reparti con giocatorini di buona lega e di maturità atletica e fisica; al Messina che di fronte a un siffatto avversario, pur non giocando una pregevole partita, ha cercato fino all’ultimo il gol della vittoria… i silani hanno sfiorato ripetute volte la marcatura, anzi sono stati molto più spesso dei messinesi in procinto di andare definitivamente in vantaggio». Il gol del Messina è maturato al 15′ quando La Rosa con un abile pallonetto si beffa del portiere rossoblu Aceti. La gioia del gol è di poca durata. Punizione per gli ospiti, pallone ribattuto di testa dal difensore messinese De Domenico fuori dall’area di rigore, lesto Carelli al volo lascia partire un tiro angolato alla sinistra di Basile. Il portiere sfiora la palla ma non può farci nulla: è nel sacco.
Nelle idi di marzo del 1963 si gioca l’ottava giornata e il Cosenza affronta in casa il derby con il Catanzaro. Sudato il successo dei “lupacchiotti” per 1 a 0 con gol di Gallo al 22′ della ripresa.
La nona giornata vede il Cosenza ospitare in casa il Palermo. I rossoblù conquistano con merito i due punti in palio annichilendo per 4 a 0 la compagine rosanero. Al 9′ del primo tempo la prima rete della partita; dalla bandierina calcia Barone, spiovente in area di rigore e fuoribonda mischia al limite, Florio irrompe sulla palla e la scaraventa in rete. Al 20′ triangolazione Carelli-Mosciaro-Florio e tiro fortissimo di quest’ultimo, palla in rete. Al 36′ Barone tira debolmente, la palla picchia sul palo interno e rotola in rete. Nelle ripresa la musica non cambia ed è sempre il Cosenza a portarsi in avanti e ad arrotondare il bottino al 15′ con il solito Florio che conclude un’azione personale con un tiro imparabile.
L’ultima giornata di campionato vede i rossoblù affrontare in casa il temuto Napoli. I “lupacchiotti” travolgono letteralmente la squadra partenopea mettendo a segno mezza dozzina di gol. Risultato finale 6 a 1 con i seguenti marcatori per il Cosenza: Florio (15′ del primo tempo e 1′ della ripresa), Toscano (25′ del primo tempo), Mosciaro (6′ e 14′ della ripresa), Gallo (19′ della ripresa).
Il corrispondente della Gazzetta del Sud del tempo si esprime in questi termini: «La vittoria larga e consistente attesa da Toscano e compagni è giunta puntuale a conferma di quanto meritevoli siano questi ragazzi del Cosenza del primo posto occupato nella classifica di un torneo che li ha visti imbattuti e quanto legittime siano le speranze degli allenatori Bacilieri e Del Morgine di condurre la compagine alla conquista del titolo nazionale».
Dopo pochi istanti di gioco il napoletano Russo viene a trovarsi a tu per tu con il portiere Aceti: rimedia con felice scelta di tempo Toscano che soffia la palla al mezzo sinistro azzurro al momento del tiro. Al quarto d’ora la prima rete: su allungo da centrocampo di Apa riceve Florio che insacca effettuando una mezza rovesciata. Dopo soli due minuti il risultato torna in parità con una punizione di Curatola per gli azzurri. Il Cosenza ritorna a condurre l’incontro al 25′ quando Toscano su tiro piazzato alza sulla barriera un pallonetto sorprendendo il guardiano azzurro. In apertura di ripresa terzo gol rossoblù con Florio che insacca raccogliendo una corta respinta del portiere azzurro Prisci su tiro di Gallo. Al 6′ ed al 14′ è Mosciaro, ben lanciato da Toscano prima e su suggerimento di Gramoglia poi, a costringere il portiere azzurro alla resa. L’ultima segnatura al 19′ con Gallo che pur contrastato da Castaldo batte Prisci in uscita.
Gazzetta del Sud del 15 febbraio 1963
Terminato il girone, il Cosenza arriva primo a 17 punti (insieme al Messina), con 7 vittorie e 3 pareggi, con 26 gol fatti e 7 subiti. In testa alla classifica dei marcatori rossoblù Toscano e Florio (con 5 reti), seguiti da Mosciaro, Gallo e Barone (con 3 reti). La formazione tipo, la seguente: Aceti, D’Andrea, Donato, Filice, Carelli, Apa, Barone, Toscano, Mosciaro, Florio, Gramoglia. Oltre a Dodaro, Casagli, Giuliani, Taccone, Caruso, Gallo e Perrone.
Il Cosenza dei record esce dalla scena a causa di un poco meritocratico regolamento della competizione che, nel girone E, favorisce la società di serie A (Catania), giunta solo al terzo posto con 7 punti in meno rispetto al Cosenza.
Alla fine tocca allo spareggio sul campo neutro di Catanzaro assegnare il passaggio alla seconda fase a gironi del campionato al Messina, che passa 3 a 1 dopo una sfida platealmente compromessa da un disastroso arbitraggio e da un dubbio rigore concesso al 3′ minuto del primo tempo ai peloritani.
Di quel gruppo dei record solo in pochissimi vestiranno la maglia della prima squadra negli anni a seguire. Molti di loro avrebbero certamente fatto strada nel mondo del calcio, ma abbandoneranno sogni e speranze (nonostante concrete offerte provenienti da società professionistiche) preferendo occasioni di lavoro, a quel tempo ritenute “meno vane ed illusorie”, nel settore del commercio o nel ramo impiegatizio.
Alcune considerazioni finali su cosa c’insegna questa storia,
La stragrande maggioranza delle società professionistiche, oggi, per colmare gli spazi vuoti e/o arricchire le proprie rose si rivolge a procuratori disperatamente alla ricerca di ingaggi, a osservatori alle prime armi (che di calcio hanno visto solo le finali di Champion’s in tv), o al “fantamercato estero” invece di attingere ai propri vivai che, anche se mal organizzati, hanno sempre valido “capitale atletico” da offrire. Questo articolo vuole essere un monito non solo al calcio cosentino, ma al calcio italiano tutto.
È tornato il Barcellona, e non è un caso che la cosa coincida col ritorno della Masia de Can Planes, la cantera più famosa del mondo. In mancanza di soldi il vivaio è una risorsa preziosa, e se come club sei abituato a curarlo al massimo e a non aver alcun timore nell’appoggiarti su adolescenti senza esperienza anche nei momenti di massimo bisogno e tensione, beh, ecco servita un’altra storia potente (cit. FMR).
E che dire del vivaio dell’Atalanta ?! Limitandoci all’ultimo decennio, la società bergamasca ha cresciuto 34 giocatori che, oggi, valgono oltre 250 milioni di euro.
Se è vero che tutti dovremmo trarre insegnamenti dal passato, allora gli scouting dei vivai dovrebbero ancora avvenire per le strade, nei giardini pubblici, nei piccoli campetti parrocchiali oppure durante le partite dei campionati studenteschi (che oggi purtroppo non esistono più). Se è vero che il calcio è lo sport più popolare al mondo allora i primi mister (o meglio, i primi allenatori) dovrebbero essere gli insegnanti di educazione motoria nelle scuole e le stesse scuole agire da capofila nell’organizzazione di campionati studenteschi a livello cittadino, provinciale e regionale, perché anche lì possono nascere nuovi campioni. Bisognerebbe promuovere la costituzione di squadre di quartiere, coinvolgendo tutti i bambini che mostrano interesse.
A riguardo crediamo sia molto interessante il modello americano dei campionati studenteschi e universitari. Negli Stati Uniti il calcio maschile è in forte crescita ed il calcio femminile é il migliore al mondo. Le squadre dei college sono utilizzate dalle squadre professionistiche di MLS per selezionare i migliori giocatori. Ogni anno le squadre professionistiche americane selezionano i migliori giocatori del college tramite un evento, chiamato MLS Super Draft, , come avviene nel Basket. (2-fine)