Il mercato di gennaio certifica che il Cosenza ha alzato bandiera bianca

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Diciamocelo francamente, credo che nessun tifoso del Cosenza, con un po’ di sale in zucca e finalmente senza paraocchi, sperava in una finestra di calciomercato diversa da quella che è stata. Come al solito non ci sono stati scossoni, e nemmeno acquisti roboanti che possano imprimere quella svolta che la classifica richiede.

Come al solito entrate e uscite sono quasi bilanciate. Per quattro calciatori che sono arrivati, Artistico, Cruz, Gargiulo e Garritano, ne sono partiti sei: Begheldo, Camporese, Gyamfi, Mauri, Sankoh e Strizzolo. Oltre alcuni giovani della Primavera. Sia i movimenti in entrata che quelli in uscita certificano in primis il fallimento del lavoro del Direttore Sportivo Gennaro Delvecchio visto che alcuni degli uomini arrivati in estate erano stati presentati se non proprio come fenomeni, almeno come elementi di valore. Begheldo, non ha mai visto il campo, Sankoh è apparso a tutti quello che era realmente: un bidone esotico, Josè Mauri un ex calciatore in cerca di riscatto, ma che non è mai riuscito ad imporsi come titolare e neanche ad incidere nelle presenze da subentrato, mentre Strizzolo non ha fatto altro che confermare quello che la sua carriera certifica sino ad oggi, vale a dire essere una buona seconda linea e poco più, anche se dei quattro è parso il più in palla, ma che non ha inteso macchiare la sua carriera con una retrocessione.

Per provare a riparare ai suoi errori, Delvecchio in un mese di lavoro è riuscito a riportare a casa un cosentino verace come Garritano, un Gargiulo che nonostante il buon passato in Serie B, era una riserva al Foggia in C, un giovane di belle speranze come il laziale Artistico che faceva panchina alla Juve Stabia e, nelle ultime ore di mercato, un giovane sconosciuto come Cruz, arrivato come un regalo per il DS dalla sua vecchia Società, che deve ancora dimostrare tutto, ma proprio tutto, di essere figlio d’arte degno della carriera del celebre padre. In pratica una scommessa come quella giocata e persa con Sankoh.

Ma tutto questo non è altro che l’ennesima riprova di quanto il Cosenza si ostaggio del suo proprietario che oggi più che mai dimostra quando poco o per nulla tenga al buon nome della nostra Città, visto come l’ha spinto nel fondo della classifica della Serie B con le scellerate scelte fatte quest’estate che hanno portato alla deleteria penalizzazione. Se questo è il modo con cui l’attuale Amministratrice intende tutelare il “brand” Cosenza, allora stiamo freschi.

I tanti colleghi che sono partiti alla volta di Milano nella sede dove si svolgevano le trattative del calciomercato raccontano di come non ce ne fosse neanche una realmente messa in piedi, tanto che il famoso brand da tutelare, sia stato visto come la peste da evitare. E niente più di questo certifica come il fallimento della gestione Guarascio sia oramai sotto gli occhi di tutti, anche di quei miseri politicanti che nelle ultime ore si sono messi in mostra più che per “salvare” il nostro Cosenza, per dare visibilità alle loro carriere. Vien da chiedersi: ma dov’erano rintanata sino ad ora?

A tutto questo si è aggiunta l’ultima figuraccia, quella dell’allenatore Alvini licenziato per poche ore salvo poi accorgersi che colui (Lucarelli) che aveva dato disponibilità a subentrare nell’impresa disperata, si sarebbe portato con se uno staff da giustamente pagare, facendo lievitare i costi in maniera insostenibile. Per questo si è preferito continuare con il tecnico toscano.

In questo passaggio sta tutta la verità. Il Cosenza non ha soldi da spendere perché tutto quello che ha introitato negli anni, è andato a salvare i conti della 4EL Group di cui la Società silana è stata in questi anni il forziere cui attingere liquidità. Noi ancora aspettiamo di conoscere il misterioso creditore che ha pignorato il Cosenza calcio per ben 500.00 euro.

È palese che il Cosenza calcio abbia alzato bandiera bianca. Un segnale di arresa che è frutto di quella grande illusione creata ad inizio stagione con l’arrivo di Beppe Ursino, il riscatto a sorpresa di Tutino e i primi risultati ottenuti sul campo che facevano sperare in una stagione meno tribolata.

Oggi siamo alla resa dei conti, non come quelle spettacolari ideate dal genio di Sergio Leone, bensì come quella che sino ad oggi Guarascio a sempre scampato a colpi di fortuna perché, ora che è finita anche la favola dei “conti a posto”, è chiaro a tutti che il Cosenza (ahimè) di Guarascio è abusivo in serie B, come sanno tutti meno gli inguaribili romantici innamorati deli suoi colori, mentre noi che abbiamo il dovere di non farci offuscare dall’amore che proviamo per la nostra squadra del cuore, non possiamo fare altro che ribadirlo per l’ennesima volta. D’altronde dire che lo avevamo detto tante volte in tempi non sospetti, serve a poco, se non a farci più male.

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