Un Gennaro Delvecchio agguerrito è arrabbiato quello che si è presentato nella sala stampa Bergamini stamane, pronto a rispondere alle domande sulla sessione invernale del calciomercato che è sotto gli occhi di tutti, piena di difficoltà e risposte tecniche che non sembrano adeguate alla situazione di classifica che vede il Cosenza all’ultimo posto della graduatoria di Serie B.
Il non essere risuscito a portare elementi di valore a sposare la causa del Cosenza, è probabilmente l’origine del livello di irritabilità che Delvecchio ha mostrato in diversi passaggi, ma a lui va dato comunque il merito di essersi presentato davanti a microfoni, taccuini e telecamere, per dare delle risposte, mentre la proprietà e chi amministra il Cosenza calcio, continua ad essere colpevolmente latitante, fuggendo ad ogni confronto senza dare le risposte e le spiegazioni che la città e la tifoseria aspettano invano da troppo tempo.
Delvecchio ha analizzato la situazione della rosa attuale, concentrandosi soprattutto sul reparto d’attacco: <<Il mercato è stato fatto in anticipo. Se fosse arrivato Artistico l’ultimo giorno al posto di Strizzolo, sarebbe stato un discorso. Ma Artistico lo abbiamo fatto prima. Se Strizzolo fosse rimasto, non avremmo puntato su di lui, dato il rendimento, ma sugli altri quattro attaccanti. Il discorso Cruz nasce solo ed esclusivamente dal rapporto con il Verona. È un ragazzo che conosco, non è stato preso per fare la differenza ma per essere il quinto attaccante. Ha delle potenzialità. È un giocatore jolly, se starà bene potrà darci una mano. Tra dieci giorni potrà essere in gruppo, se starà meglio degli altri giocherà. Altrimenti gli attaccanti sono Fumagalli, Mazzocchi, Artistico e Zilli>>.
Delvecchio non si è sottratto a evidenziare le difficoltà riscontrate nel cercare di ingaggiare giocatori di provata esperienza: <<Alcuni calciatori li avevo chiusi prima del Cittadella, dopo aver perso, data la situazione generale, è stato difficile trovare giocatori che potessero accettare questa situazione. Garritano è stato l’unico elemento che nella difficoltà è voluto venire a Cosenza. Il mercato non è stato sufficiente? Alle uscite abbiamo cercato di sopperire. José Mauri mi ha detto di avere dei problemi e lì ho cercato di sopperire con elementi importanti. Majer, dopo tanto parlare, mi ha detto che non se la sentiva di venire a Cosenza, idem un altro. Quindi ho dovuto puntare a un mercato diverso, ho guardato in Serie C e ho optato per Gargiulo, un calciatore che ha fatto la B a buoni livelli>>.
Il DS Delvecchio ha anche spiegato come si sono svolti alcuni movimenti in uscita e sul perché sono state operate alcune scelte: <<Parliamo di Camporese. Era un giocatore che non era stato messo in prima linea, giustamente nel calcio di oggi ognuno di loro pensa ai propri interessi. Ha avuto la possibilità di un contratto di due anni e, piuttosto che star qui senza garanzia di giocare, ha preferito andare al Milan Futuro. Per Sankoh mi assumo tutte le responsabilità, non si è ambientato e l’allenatore, che opera tutte le scelte, mi ha detto che non lo vedeva. Lì ho giocato d’anticipo e ho preso un attaccante, Artistico. Se avessimo aspettato l’ultimo giorno, non sarebbe venuto. Perché la situazione di oggi è complicata>>.
Si potrebbe cercare ancora qualcosa per quello che riguarda quei calciatori che oggi si trovano senza contratto, ma Delvecchio non ha dato certezze al riguardo:<<È un mercato che esiste. Se troviamo un giocatore al di sopra delle qualità che abbiamo, che accetterà di venire qui, è un’idea. Io sto guardando anche al mercato estero. Ma abbiamo una partita tra tre giorni e a oggi la squadra è questa qui. Io credo in questo gruppo, i giocatori sono questi>>.
Più volte nel corso dell’incontro sono state sollevate tante questioni extracampo sulle quali Delvecchio a volte non ha dato risposte mentre altre volte ha spiegato che: << Io sono venuto qui con un grandissimo entusiasmo. Normale che non mi aspettavo di vivere mesi così, ma fa parte del calcio. Noi abbiamo una responsabilità: andare in campo e battagliare fino alla fine, ce la metteremo tutta. Questo lo posso garantire, altro non posso, io combatto per questa squadra fino alla fine. Non voglio avere altre responsabilità se non stare qui dalla mattina alla sera e combattere con il gruppo. Se il Cosenza in passato era una piazza super eccitante, oggi non lo è. I tasti li ho toccati e non si sono accesi, i giocatori sono questi. Noi con il nostro budget e con la situazione che abbiamo, non possiamo fare i miracoli>>.
Delvecchio è stato categorico nel ribadire di non avere mai pensato alle dimissioni: << Al di là del trascorso personale, io ho scelto i giocatori e lo staff tecnico e non ho mai pensato di andare via. Tornare a casa sarebbe da codardi. Andare a casa e lasciare chi hai scelto è da codardi. Non abbandono la nave. Se la partita andrà male, ci prenderemo le responsabilità. Se riusciremo a riaccendere una fiammella, ci nutriremo di quello>>.
Molto dibattuta è stata la questione allenatore con l’esonero di Alvini e la sua sostituzione con Cristiano Lucarelli durata lo spazio di poche ore ma sulla quale restano molti dubbi che le spiegazioni date dal DS Delvecchio non hanno fugato: << Sabato dopo la partita con la Sampdoria ho ricevuto sette chiamate da altrettanti procuratori che mi hanno proposto sette allenatori. Poi ho avuto un contatto con Cristiano Lucarelli, con il quale ho anche giocato in Nazionale. Dopo un’ora dalla prima telefonata, ho detto al suo avvocato che rimanevamo con Alvini. Poi si sono scritte tante cose, ma sono rimasto con Alvini perché il gruppo è con lui. Come ho parlato con Lucarelli, anche con altri. Già domenica sera per me era confermato Alvini. Lunedì mattina l’ho chiamato e gli ho detto: mi raccomando, oggi allenamento e ricominciamo>>.
Questa questione è molto più complessa perché è appurato che il proprietario del Cosenza calcio ha di fatto svolto un ruolo in questa vicenda ingaggiando dapprima Lucarelli salvo poi lasciare in mano a Delvecchio la ritrattazione di un accordo verbale preso: <<Non so cosa abbiano detto altri, io al suo avvocato ho detto che rimanevo con Alvini. Ho parlato con Cristiano e altri due ma, lo ribadisco, dopo un’ora ho deciso di restare con Alvini. Poi se c’è stato altro, a me non risulta o comunque non ne so niente. Se poi Lucarelli aveva già comprato il biglietto aereo, io non ne so niente, altrimenti Alvini non sarebbe rimasto. Io sono il direttore sportivo e faccio delle scelte, se qualcuno ne fa altre o le mie vengono cambiate, mi si dovrà mandare a casa. Perché io devo essere al corrente di tutto, ma posso parlare solo di quello che ho fatto io e che è stato confermato anche dall’avvocato di Lucarelli. Se c’è stato altro, io non ne sono al corrente>>.
Tra le tante non risposte date da Delvecchio una ha riguardato il perché non siano stati reinvestiti i proventi della cessione di Tutino:<< Noi abbiamo avuto i soldi che il Cosenza ha sempre messo a disposizione, ma in questa condizione qui i giocatori hanno detto di no. Sul perché l’incasso ricevuto dalla cessione di Tutino non sia stato reinvestito, è una questione amministrativa alla quale non posso rispondere perché non ho conoscenza in merito>>.
Nel finale il DS Delvecchio si è soffermato sull’involuzione della squadra a suo dire dovute alle voci che destabilizzano l’ambiente, per poi fare l’ennesimo accorato appello al popolo rossoblù chiamato a stare vicino alla squadra: << “Abbiamo letto di cessione del club, di incontri con il sindaco, sono cose che non portano a un clima disteso. L’ambiente influisce, questi ragazzi avrebbero bisogno di una spinta. Il giocatore percepisce, abbiamo bisogno dell’affetto della gente. Che è arrabbiata, ma abbiamo bisogno di loro come il pane. Il DS Delvecchio ha poi proseguito – Questa tifoseria ci fa sentire in casa anche quando giochiamo fuori. Vengono, spendono dei soldi, ci sono sempre stati. Anche in casa. Io dico: siccome siamo ancora in vita, proviamo a fare qualcosa in più. Il loro supporto è importante, vorrei che durasse fino al 90′. Se al primo passaggio sbagliato arrivano i fischi, questo non ci aiuta. Questa piazza può andare avanti solo con l’entusiasmo, il pubblico è fondamentale. Non c’è una mancanza, io chiedo solo uno sforzo in più, di darci una mano fino al triplice fischio. Poi se verremo meno, ci prenderemo le nostre responsabilità. In campo dobbiamo dimostrare alla gente che meritiamo di indossare la maglia del Cosenza>>.
Alla fine di questo lungo incontro la sensazione rimane sempre la stessa: ancora una volta l’assenza di un confronto con il proprietario del Cosenza Calcio e l’attuale amministratrice del sodalizio silano hanno lasciato irrisolti tutti i nodi che stanno destabilizzando il rapporto tra Società, stampa e tifoseria e le centinaia di volte in cui Delvecchio ha risposto con “non so” e “non spetta a me rispondere” non hanno fatto altro che rendere quasi inutile il cercare di parlare di questioni tecniche o di campo, perché nessuno vuole assumersi la briga di spiegare quali siano le azioni da mettere in campo per allontanare il futuro nefasto che si vede all’orizzonte.