Quando invitiamo qualcuno a casa nostra, ci teniamo a fare bella figura, presentandoci non solo attraverso il nostro fare cordiale e accogliente, ma anche rispettando i nostri ospiti facendogli trovare ambienti puliti e ordinati che siano il nostro primo biglietto da visita. Per tutti è così, tranne che per il Cosenza Calcio.
Da tanti anni ogni quindici giorni, veniamo ospitati nella casa dello sport cosentino che è lo stadio San Vito – Marulla, che viene dato in concessione dall’amministrazione comunale, al Cosenza calcio. Mai come quest’anno però, ci siamo trovati ogni settimana ad entrare in uno stadio dove regna la sporcizia, non solo nelle scale di accesso alle tribune, ma anche in ogni ordine di posto o quasi. Che siano presenti 2.000 o 20.000 spettatori, lo scenario è sempre desolante. Dai servizi igienici carenti e che diventano ben presto impraticabili per la cronica carenza d’acqua, passando per gli inesistenti o quasi punti di ristoro che potrebbero e dovrebbero rappresentare un’ulteriore fonte di guadagno per una Società che sappia sfruttare appieno l’evento sportivo.
Ma il punto più dolente è rappresentato dalla tribuna stampa dove ci troviamo a lavorare in condizioni igieniche pessime come dimostrano le foto a corredo di questo articolo scattate ieri sera dal collega Daniele Cianflone, direttore de Il Dot, che ringraziamo per avercene concesso l’uso. Ebbene si ancor prima di sederci per lavorare in postazioni che sono già scomode per quanto strette e piccole, dove a mala pena si può appoggiare un notebook, ci tocca provvedere di persona ad una pulizia sommaria di tavolo e seduta, per ridare un minimo di decenza a quello che per qualche ora è il nostro posto di lavoro.
Certo contro la polvere che regna sovrana, anche un pacco di fazzoletti di carta può rappresentare uno strumento utile alla bisogna, ma quando ci troviamo davanti agli escrementi dei volatili che frequentano lo stadio, si può fare ben poco.
Un pessimo biglietto da visita come hanno potuto constatare i tanti colleghi giunti da Reggio Emilia ieri, al quale nessuno si prende la briga di porre rimedio nonostante, ironia della sorte, la mission principale del Gruppo Guarascio, proprietario del Cosenza calcio, sia quella della igiene urbana.
Ma questo non è altro che lo specchio fedele di una proprietà sempre più avviata verso una decadenza non solo sportiva, ma totale cui non importa più nulla.