Brescia retrocesso in Serie C, perché nessuno parla di sentenza giusta?

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Alla fine, è arrivata la tanto attesa sentenza del Tribunale Federale Nazionale che ha inflitto al Brescia una penalizzazione di 4 punti nella stagione appena conclusa e un’altrettanta decurtazione per il prossimo torneo. Con questa decisione il Brescia retrocede in Serie C mentre il playout di B sarà tra Sampdoria e Salernitana. Anche il Trapani, avversario del Cosenza nella prossima stagione, ha ricevuto un pesante -8 da scontare tutto nella prossima stagione. Si attende ora il secondo grado di giudizio dove è facile prevedere una conferma della sentenza, per poi passare agli altri gradi di giudizio e alle cause in sede civile, cui certamente le due società faranno ricorso.

Di seguito la nota della FIGC

Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato il Brescia Calcio S.p.A. con 8 punti di penalizzazione, 4 da scontare nella corrente stagione sportiva e altri 4 da scontare nella prima stagione sportiva utile a decorrere da quella 2025/2026. Sei mesi di inibizione per il presidente del club Massimo Cellino e per il consigliere delegato della società Edoardo Cellino.

Il TFN ha sanzionato anche l’F.C. Trapani 1905 s.r.l. con 8 punti di penalizzazione da scontare nella prima stagione sportiva utile a decorrere da quella 2025/2026.

Le due società – con i rispettivi legali rappresentanti e dirigenti – erano state deferite a seguito di segnalazioni della Co.Vi.So.C. per una serie di violazioni di natura amministrativa.

Fin qui i provvedimenti ufficiali che dalla serata di ieri stanno suscitando un vespaio di dichiarazioni di fuoco dei protagonisti e dei commentatori di parte, soprattutto scagliandosi contro la Sampdoria che beneficerà dell’accesso allo spareggio playout, ma che questo non gli garantisce di certo una “salvezza di palazzo” come insinuano dalle altre piazze coinvolte.

Il presidente del Brescia Cellino, sin dalla notizia del deferimento, si è detto truffato al pari del collega trapanese Antonini che ha detto: <<Avanti a schiena dritta per non aver commesso il fatto. Ci saranno sedi opportune per ottenere quanto ci spetta, Questo sembrava più un plotone di esecuzione. Ma capisco che con una Sampdoria da salvare in Serie B diventava tutto una conseguenza>>.

Antonini ha scaricato le colpe sul suo commercialista con parole di fuoco: <<Ringrazio il nostro commercialista da 2 anni, Francesco Vulpetti, trapanese, che ha proposto e garantito sulla regolarità della operazione, mentendo anche sulle verifiche effettuate. Spero che pagherà in sede penale dopo la nostra denuncia e spero che sarà ricordato in Città per la gravità degli atti commessi…>>.

Mentre Cellino aveva imputato Luigi Micheli, oggi consulente di Guarascio, di essere il regista dell’operazione acquisto di crediti d’imposta ricevendo una ferma risposta dall’ex DG che in un’intervista al portale Bresciaingol.com ha dichiarato: <<Ho sempre detto a Cellino di non utilizzarli. Mi sono dimesso dall’incarico di direttore generale del Brescia perché si arrivava sempre all’ultimo per pagare pagare il dovuto ed ero stufo. Non condividevo affatto i modi che Cellino voleva adottare>>.

Il nodo del contendere sta proprio nell’acquisto, rivelatosi incauto, dei crediti d’imposta che le due società hanno effettuato attraverso la fantomatica Alfieri srl costituita nel mese di ottobre 2024 con solo 25.000 € di capitale sociale e che vendeva crediti d’imposta, rivelatisi inesistenti, per milioni di euro. Sebbene la pratica dell’acquisto di crediti d’imposta sia prevista dalla Legge, il ricorrere a questa pratica acquistando, nel caso del Brescia, circa 2.000.000 di crediti ad un prezzo scontato di 1.400.000, generava un utile che la società lombarda poteva destinare ad altro, cose che non potevano certo fare le società virtuose che hanno pagato IRPEF e contributi INPS nei tempi stabiliti.

Dal momento che l’Agenzia delle Entrate, seppure con colpevole ritardo non compatibile con i tempi del calcio, ha certificato che il Brescia non ha versato i contributi dovuti nei tempi prestabiliti, ecco che è scattato l’iter che ha portato alla penalizzazione con le nefaste conseguenze della retrocessione. Una sentenza giusta perché preceduta da diversi analoghi provvedimenti che oramai hanno fatto giurisprudenza, non ultimi i casi di Reggina e Cosenza, la prima retrocessa proprio a favore del Brescia per una cifra molto minore rispetto a quella dei lombardi, e la nostra squadra penalizzata con un -4 per una cifra quasi irrisoria e pagata in ritardo.

Non c’è dubbio che Brescia e Trapani siano state truffate dalla Alfieri, ma il loro è stato chiaramente un incauto comportamento che ha portato delle gravi conseguenze che ricadono come sempre sulla passione dei tifosi dei calciatori che si vedono defraudati di quanto ottenuto sul campo, ma che devono imputare solo alla gestione dei dirigenti delle loro squadre.

Su tutta questa vicenda, gestita come sempre molto male, resta l’ennesima brutta figura della F.I.G.C. guidata da Gabriele Gravina che ha perso l’ennesima occasione per riconquistare la credibilità perduta da tempo.

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