La Lectio Magistralis dell’Arbitro Aureliano all’Unical: quando Il Var da chiacchiera da bar diventa materia di studio

Eliseno Sposato

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Solo pochi giorni fa a Genova dirigeva la gara d’andata del playout di serie B tra Sampdoria e Salernitana, per lui ultima direzione di gara di una carriera lunga e brillante che ha sfiorato le 200 partite arbitrate tra Serie A e Serie B e ieri, per la sua prima uscita pubblica da ex arbitro, Gianluca Aureliano è stato protagonista di un incontro tenuto all’UNICAL nell’ambito di UnicalFesta 2025, in corso di svolgimento nell’ateneo cosentino.

Quella dell’arbitro bolognese ma con solide radici calabresi, i suoi genitori sono nativi di Corigliano Calabro, è stata una vera e propria Lectio Magistralis che partendo da un titolo confidenziale come Chiacchiere da Var – Il mondo dello sport e l’Intelligenza Artificiale” prima di addentrarsi nella specificità della tecnologia a supporto del calcio, ha spaziato in lungo e in largo attraverso citazioni filosofiche, storiche e letterarie, con un approccio umanistico alla figura dell’arbitro, che ne ha tratteggiato linee assolutamente nuove e tutte da scoprire, che hanno suscitato grande interesse nella nutrita platea presente che, oltre a studenti e giornalisti, annoverava giornalisti, arbitri in attività come il paolano Salvatore Longo con oltre 130 gare in Serie A come assistente e diverse esperienze in campo internazionale, i professori Piero Guido e Giuseppe Pellegrino, delegati del Rettore per lo Sport, il presidente del CUS, Gian Antonio Cuomo, gli ex calciatori del Cosenza e oggi allenatori, Nello Parisi, Roberto Occhiuzzi e Maurizio Perrelli, oltre al Team manager della società rossoblù Kevin Marulla.

A fare da trait-d ’union il nostro collega Riccardo Tucci, che oltre ad essere stato uno degli ideatori e promotori di questo incontro, è stato oggetto ad inizio conferenza, di alcuni gustosi aneddoti da parte di Aureliano e del suo rapporto con il Nostro, durante le gare che ha diretto al San Vito – Marulla, con il Cosenza protagonista, citato dall’arbitro bolognese come sua seconda squadra del cuore dopo quella felsinea.

Partendo dall’attualità dei conflitti sparsi per il mondo in questi giorni, Gianluca Aureliano ha esposto attraverso un articolato racconto, come lo sport in generale e il calcio in particolare, abbiano sempre rappresentato un motivo di superamento e riappacificazione tra i popoli, portando ad esempio la nascita delle Olimpiadi moderne, momenti salienti di campionati mondiali come la gare tra Argentina e Jugoslavia, risolta ai calci di rigore in favore dei sudamericani, in quel 1990 che avrebbe visto trionfare la Germania appena riunificata, mentre di lì a poco la Jugoslavia si sarebbe dissolta dopo una dolorosa guerra civile. Oppure l’altra gara simbolo del Mondiale 1986 con la rete segnata, di mano, da Diego Armando Maradona nei quarti di finale ai danni dell’Inghilterra, che insieme al secondo meraviglioso gol segnato dal Pibe de Oro in quella partita, rappresentavano un riscatto per il popolo argentino impegnato all’epoca nella guerra delle Falkland proprio contro gli inglesi. Un gol che Maradona raccontò come se fosse stata la Mano de Dios, non a segnarlo ma quanto a non fare vedere il fallo compiuto dal campione argentino, ad arbitro e Assistenti di linea.

Aureliano, tra citazioni letterarie colte, unite a quelle cinematografiche e filosofiche, passando per ben tre, anzi quattro Pontefici, Leone XIII e XIV, Benedetto XVI e Papa Francesco, ha tracciato un excursus intrecciato con la figura dell’arbitro, arrivata ben dopo la nascita del gioco del calcio, per arrivare al cambiamento del ruolo con l’introduzione della tecnologia AI a supporto delle decisioni prese in campo.

L’arbitro bolognese ha mostrato diversi spezzoni di come gli episodi di campo vengono vivisezionati in sala Var, e la complessità delle operazioni che si devono compiere in breve tempo per confermare o confutare la decisione presa dal direttore di gara in campo. Due di questi esempi hanno mostrato episodi legati al Cosenza Calcio, come l’espulsione dopo appena 20 minuti di Caporale nel derby casalingo di questa stagione con il Catanzaro, non convincendo del tutto la platea presente, insieme ad altri esempi importanti di gare di Serie A che lo hanno visto protagonista, legando il tutto ad aneddoti curiosi (quelli con Mourinho su tutti) e interessanti che hanno mostrato il legame tra l’arbitro e i protagonisti in campo che si crea e si consolida nel tempo e che giunge a compimento come nella sua ultima gara disputata a Marassi, dove è stato omaggiato a fine gara da tutti i protagonisti in campo.

In definitiva si è trattato di un pomeriggio intenso che ha certificato in maniera inequivocabile come lo sport possa entrare legittimamente nelle Università non solo con le sue mille discipline, ma come materia di studio che abbia una grande valenza come tutte quelle da sempre presenti negli atenei.

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