Hanno fatto molto rumore le dichiarazioni del sig. Guarascio, proprietario del Cosenza Calcio, che ieri è intervenuto ai microfoni dell’emittente siciliana Telecolor prima della partita con il Catania.
Molto spesso i tifosi ci hanno chiesto se Guarascio “ci è o ci fa” e dopo ieri non ci sono più dubbi che il ruolo che recita è quello del ci fa, di chi se ne infischia delle opinioni altrui, perché non le ritiene confacenti al suo modo di essere e di operare nell’ambito calcistico. A partire dall’aperta contestazione della tifoseria, passando per quella di gran parte della stampa, per poi finire a quella degli sponsor che vengono annunciati o promossi sui leadwall luminosi a bordo campo, senza contratti in essere che poi, a fronte delle secche smentite che sono arrivate dalle aziende del territorio, l’ultima è proprio di ieri pomeriggio, vengono fatte passare come “ringraziamento” oppure come figlie di “pressioni” ricevute per declinare l’invito alla partnership.
Il sig. Guarascio ci ha tenuto a far sapere, in uno dei suoi recenti e sempre più incomprensibili comunicati stampa, che “il Cosenza Calcio è una società di capitali e che. pertanto, la sua attività d’impresa non può essere in alcun modo ostacolata o boicottata”, gettando finalmente la maschera e mandando all’aria quello che dovrebbe essere il reale fine di una società di calcio che, accanto all’aspetto del business, deve tenere conto in primis, di quei risultati sportivi che servono a fare lievitare il valore di quel tanto sbandierato “brand” e di conseguenza quello economico finanziario.
A leggere le dichiarazioni rilasciate all’emittente siciliana e riportate per primo dal collega Francesco Veltri del Corriere di Calabria, viene fuori un Guarascio in stile politicante dell’era moderna, quella tutta fuffa e poca sostanza di berlusconiana memoria, dove conta solo quello che dice il padrone indipendentemente se sia vero o meno. Ma analizziamole le ultime esternazioni del proprietario del Cosenza Calcio.
Anche se lui evita accuratamente il tanto richiesto incontro con la stampa del Club dei cronisti calabresi “Antonino Catera”, a meno che non si sia così bravi da beccarlo disponibile con una semplice telefonata, oppure incontrarlo “casualmente” ad una festa privata, non può evitare di ricevere domande come quella sull’assenza del pubblico al “Marulla”, che lui ha commentato con parole che altro non sono che una provocazione: «La nostra è una provincia molto estesa. Oggi, con questo sole, presumo si preferisca godersi il mare. Poi c’è Sky che permette di vedere le partite da casa. Il calcio si vedrà sempre di più attraverso la televisione, dobbiamo abituarci».
Ecco svelata la linea guida: come per i giornalisti assenti alla prima conferenza pre gara di Mister Buscé “perché ancora in vacanza” così anche i tifosi preferiscono andare al mare invece di andare allo stadio. E perché non in montagna a godersi il fresco dei boschi della Sila?
Poi Guarscio mette in mezzo anche l’emittente televisiva SKY “rea” di trasmettere le gare in tv togliendo la gente dagli stadi. Qualcuno dica al sig. Guarascio di guardarla anche lui qualche partita su Sky dove vedrebbe gli stadi pieni: dalla Serie A alla Premier League, dalla Bundesliga alla Ligue 1, passando dalla (ex nostra) Serie B e scendendo perfino in Serie C; e non desolatamente vuoti come il “San Vito-Marulla” dove ieri erano “presenti” 835 (!) persone, non tutte paganti, per una gara di cartello come Cosenza-Catania.
Dopo avere analizzato con la sua proverbiale arguzia la situazione attuale, il sig. Guarascio ha illustrato al collega di Telecor il suo mondo delle favole.
Partendo dagli obiettivi stagionali, in cui ha ribadito: «Il nostro progetto è quello di risalire. Dobbiamo adattarci alla Lega Pro, cosa che stiamo facendo. Ce la giocheremo per tornare in B». E come intende farlo? Facendo giocare la squadra su di un campo di patate, perché così ha ridotto il terreno del “Marulla” la sua gestione nei pochi mesi trascorsi dalla fine dello scorso campionato. Oppure intende farlo con un organico dove spicca l’assenza di un centravati titolare? Con una squadra che conta ben due Direttori Sportivi (tre se consideriamo anche l’esonerato Delvecchio ancora a libro paga), un consulente e da pochi giorni anche di un Direttore Generale incapaci, oppure impotenti, ad ingaggiare persino dei calciatori disponibili nel mercato dei cosiddetti svincolati, perché trovarli in quello ufficiale è costato troppa fatica. Vedessi mai che afffrontare delle spese per calciatori che ti facciano fare il salto di qualità, mettessero a repentaglio la forbice tra costi e ricavi.
Poteva poi mancare la chiosa finale sulla possibilità di cedere il club? In questo il sig. Guarascio si esprime al meglio, come quei campioni che calcano il palcoscenico della Champions League: «Sono assolutamente disponibile a farmi da parte. Sono nel calcio da 14 anni, ma le interlocuzioni avute finora non ci hanno dato la giusta prospettiva. Servono soggetti affidabili, come ha fatto il Catania, per garantire un futuro importante al Cosenza, tornare in B e magari programmare il salto in A»
Semmai aveste ancora dubbi se il sig. Guarascio ci è o ci fa, eccolo palesarsi in tutta la sua magniloquenzia. Dalla sua disponibilità a farsi da parte, smentita dai fatti di questi ultimi mesi, passando per la ricerca di persone in grado di dare “la giusta prospettiva” che altro non significa che fargli intascare una cifra fuori mercato per l’acquisizione di una società, che non ha capitale tecnico, che non ha strutture, che non cura a dovere il settore giovanile, che viene abbandonata dagli sponsor e dai suo principali “clienti” che sono i tifosi.
Con queste ultimi dichiarazioni il sig. Guarascio ha implicitamente dichiarato il suo fallimento sportivo, non essendo lui mai stato in grado di garantire “un futuro importante al Cosenza” svolgendo un ruolo più da prenditore che da imprenditore.
Perché allora non si fa da parte come gli chiediamo tutti da tempo? Cos’altro deve accadere? Da queste pagine abbiamo davvero finito le parole e le argomentazioni, ma di certo non ci accontentiamo di seguire in silenzio il corso degli eventi per vedere cosa succederà quando alla principale azienda della sua 4el Group scadrà il contratto della raccolta dei rifiuti con il Comune di Cosenza, con cui probabilmente per il sig. Guarascio cesserà anche questo suo remunerativo hobby chiamato Cosenza Calcio.



