L’analisi del derby

Roberto Stancati

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A cura di Roberto Stancati

A Cosenza sembra di sognare ad occhi aperti. Ad in mese dai cinque gol presi a Brescia con tutto l’organico da costruire sono arrivati dieci punti in quattro partite con tre vittorie consecutive in casa e un pari a Perugia. Vittima di turno nel derby il Crotone del traballante Modesto che è caduto nella rete di un Cosenza cinico, pratico, dalla difesa di ferro che ha saputo attendere il momento giusto per affondare una formazione che ha tenuto palla ma che ha costruito niente rendendo inoperoso Vigorito. Ha deciso una magistrale punizione di Carraro a 20′ dal termine ma già prima con Vaisanen, gigantesca la sua prova con Tiritiello e Rigione, aveva sfiorato di un niente il gol.

Dicevamo di un Crotone che ha macinato gioco in modo sterile, forse Kargbo si è salvato con una maggiore incisività, ma il Cosenza è oggi un brutto cliente per tutti. Della difesa si è detto e sorprende la correttezza della stessa, centrocampo duttile che ha trovato in Eyango l’uomo in più da inserire al momento opportuno. In una giornata non proprio felicissima per Caso e Gori, ci può stare, ci piace sottolineare la prova di Corsi sempre discusso ma sempre pronto a fare il proprio dovere in sostituzione nella ripresa si un Sy non sempre lucido.

Entusiasmo alle stelle e spettacolo commovente sugli spalti tornati a ribollire di emozione dopo l’anno difficilissimo trascorso ma il passato sembra alle spalle e il futuro appare pieno di fiducia a iniziare dall’insidiosa trasferta di Alessandria prima della sosta in cui il Cosenza venderà cara la pelle prima di un ciclo terribile. Ma Zaffaroni e C. al momento non possono aver paura di nessuno sempre facendo dell’umiltà la propria forza.

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