Monza-Cosenza: le pagelle rossoblù

Redazione Solocosenza

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Vigorito 4,5: quando prendi 4 “pappine”, anche se non è tutta colpa tua, hai, comunque, grosse responsabilità sull’andamento della partita.

Tiritiello 4: imbambolato. Appare in ritardo su tutte le chiusure. Vero. È anche sfortunato in occasione del raddoppio del Monza ma dovresti ricordarti che giochi in serie B.

Rigione 5: diverse volte le telecamere di Dazn lo inquadrano. E’ evidente il rossore in volto, segno della serataccia di tutta la squadra e, forse, anche di un pizzico di “vergogna”.

Venturi 4,5: prova a limitare i danni ma i compagni di reparto fanno di tutto per rendere tutto più facile al Monza.

Situm 5,5: è l’unico a provarci, l’unico a tentare di dare una sterzata alla squadra e alla serata.

Carraro 5: a parte il gol della bandiera, in campo non si è visto. Sovrastato dalla maggiore dinamicità, forza, intelligenza tattica dei metronomi brianzoli, “sparisce” dalla manovra.

Palmiero 4,5: chi l’ha visto? Cosa stia succedendo al capitano del Cosenza, è un vero mistero. Sono diverse giornate che ha smesso di far ragionare la squadra e di essere il Palmiero che conosciamo.

Vallocchia 5: parte bene e appare avere idee e gamba, poi, anche lui si “adegua” all’atteggiamento dei suoi compagni e, sparisce.

Florenzi 4: è imbarazzante la facilità con cui D’Alessandro lo “brucia”. A sua parziale scusante c’è il fatto di non avere il passo, la tecnica e la testa per fare la fase difensiva.

Gori 5: lui, come al solito, ci mette l’impegno ma se nessuno gli passa la palla ed è costretto a giocare anche spalle alla porta, diventa difficile, se non impossibile, pretendere che faccia gol.

Millico 4,5: ha collezionato più scivolate ed errori su stop e controlli in questa serataccia che, in tutti i minuti che, finora, ha disputato.

Subentrati

Corsi 5: entra al posto di Situm e prova a mettere la sua esperienza al servizio dei Lupi. Gara senza infamia e senza lode

Caso 4,5: risente dell’esclusione ed entra in campo con la consapevolezza che il risultato è compromesso e l’impresa impossibile. Ci mette anche del suo, sbagliando alcune giocate.

Anderson 4: se fosse il giudizio di un “alunno” si potrebbe usare la classica formula del: è intelligente ma, non si applica. Entra svogliato, quasi come se di quello che succede in campo non gli importi quasi nulla.

Gerbo sv

Boultam sv

Zaffaroni 3: prepara il “suicidio” perfetto del suo Cosenza, schierando Florenzi in un ruolo non a lui congeniale ed esponendolo ad una figuraccia di proporzioni enormi. Ormai, il “non” gioco del Cosenza fa felici tutte le squadre.

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