Goretti:”ho lavorato per il Cosenza del presente e del futuro”

Eliseno Sposato

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Continua il percorso a tappe della società rossoblù per provare a riallacciare i rapporti con il mondo dell’informazione e, attraverso essa, comunicare con la tifoseria sillana. Dopo la conferenza del presidente Guarascio, oggi è toccato al DS Goretti riaffacciarsi davanti ai microfoni e taccuini per esporre il suo pensiero soprattutto sulla recente campagna di rafforzamento della squadra operata negli ultimi giorni del mercato invernale.
Goretti è partito mettendo sul banco la sua storia professionale che lo ha portato al timone dei lupi per poi iniziare ad analizzare i tempi proposti attraverso le domande dei presenti. Si parte da quell’entusiasmo che il presidente vede intorno al Cosenza come ha dichiarato in una recente intervista televisiva, con Goretti che la prende alla larga cercando di eludere il tema: “Arrivo al Cosenza sapendo che intorno c’era una situazione un po’ logora per via dei risultati negativi della passata stagione. Mi prendo in carico una situazione ambientale molto complessa e da ricostruire. Sapevo anche che avrei dovuto affrontare un lavoro difficile e mettere su un organico in pochissimo tempo che avrebbe dovuto garantire al Cosenza una prima parte di stagione nella quale cercare di restare vivi e non troppo distanti dall’obiettivo salvezza. Ho pensato molto se accettare o no l’incarico, confrontandomi con colleghi che lavorano in squadre importanti e tutti hanno cercato di aprirmi gli occhi sulle difficoltà di un’impresa da realizzare con una Società da tutti vista come destinata alla retrocessione.  Per me era un banco di prova importante in cui all’inizio avrei dovuto mettere in conto un bel numero di sconfitte. Ho accettato con entusiasmo e positività. Insieme al presidente abbiamo tracciato una strada da percorrere, per certi versi obbligata, Ho deciso di affidarmi a giocatori giovani. L’idea era di costruire quasi due squadre: una per arrivare a fine gennaio con buone possibilità di salvarsi, un’altra nella seconda parte del campionato per mantenere la categoria. Il presidente ha sposato questa linea.”
Si poteva fare di meglio sul campo? “Non sono soddisfatto di come siamo arrivati fin qui, avrei voluto almeno 3 punti in più che ci avrebbero consentito di ripartire da una posizione più facile. Siamo ancora in ballo e stiamo lottando. Abbiamo toppato due partite che non mi sono andate giù, quelle con la Reggina e con la Spal, due squadre che non erano superiori a noi e per questo sono molto rammaricato.  L’entusiasmo? Si misura con le presenze allo stadio. Il gradimento dei tifosi è la nostra cartina da tornasole I dirigenti del Cosenza ce l’hanno messa tutta, ora vedremo se arriveranno i risultati. In sede di calciomercato abbiamo lottato su ogni trattativa ed ora voglio vedere questo stesso spirito in tutti i calciatori che compongono la rosa. Vorrei non vedere più i primi dieci minuti della partita dell’Ascoli, sono stati un vomito, pur venendo da una situazione penalizzante come quella di avere quasi tutti i calciatori appena guariti dal Covid, non è possibile vedere perdere dieci duelli individuali su dieci. È’ obbligatorio lottare sempre, avere dentro quell’entusiasmo che può portare punti e quelle situazioni positive di cui abbiamo bisogno”.
Che valore dare al Cosenza attuale? “Abbiamo rafforzato la squadra, siamo passati da una rosa da ultimi posti in Serie B, ad una squadra di Serie B molto seria. Ho lavorato per il Cosenza del presente e del futuro. . Il Cosenza che si salva è una squadra già pronta per affrontare anche il prossimo campionato.  Se i tifosi si accorgeranno e sosterranno questo lavoro e se i risultati ci daranno ragione, avranno un nuovo Cosenza”.
Un Cosenza futuribile stride però con la sua posizione contrattuale.  “Il presidente voleva offrirmi tre anni di contratto ma io ho rifiutato perché volevo prima conoscere Cosenza ed il Cosenza, capire se si poteva costruire qualcosa. Io lotterò fino in fondo per il grande obiettivo sportivo che è la salvezza del Cosenza e sfido chiunque a trovare nel calcio italiano degli ultimi trent’anni in Serie A o B, una situazione simile a quella affrontata dalla dirigenza del Cosenza ad inizio di questa stagione.  Sarà il presidente a decidere del mio futuro. Se valuterà positivo il mio operato e vorrà proseguire il rapporto ne discuteremo“.

Il Cosenza ora ha 31 elementi in organico. Goretti spiega il motivo di questa scelta: “La rosa lunga? Era uno degli obiettivi e serve per affrontare gli impegni ravvicinati che ci aspettano. Siamo in linea con le altre squadre di Serie B. Volevo far uscire altri due o tre calciatori, alcuni hanno rifiutato i trasferimenti, e vuol dire che si trovano bene on noi. Ho lasciato aperta la posizione di Kristoffersen potrebbe andar via prima del 31 marzo in mercati ancora aperti. Mi piace che i calciatori oggi debbano lavorare intensamente anche per conquistarsi solo il posto in panchina e ho apprezzato molto Occhiuzzi che ha messo in disparte Millico nella scorsa gara, che ora si allena molto bene segno che la lezione è servita”.

Sull’esonero di Zaffaroni: “Ha portato in dote punti importanti ed è una persona straordinaria. Ora abbiamo Occhiuzzi, lo reputo un ottimo allenatore che merita la fiducia di tutti, so che questo, riferito all’entusiasmo di cui parlavamo prima può stridere un po’, ma è un allenatore che lavora molto bene durante la settimana. Ama il Cosenza, è preparato. Come tutti i tecnici può sbagliare a volte ma credo sia la figura adatta a guidare la squadra. Sono soddisfatto del lavoro che sta svolgendo“.

Si torna a parlare del futuro: “Bisogna creare un modello, una realtà capace di resistere nel tempo. Capire le risorse quali sono, non si può passare da non avere delle strutture. Il Cosenza ha una concessione di un solo anno, ci sono qui intorno al Marulla dei terreni da gioco bellissimi non gestiti dal Cosenza calcio; qui per il Cosenza per me come strutture non si è fatto tantissimo. In questi sei mesi ho imparato che ci sono tante risorse anche umane visto che si sfornano giocatori, bisogna mettere insieme tanti pezzi”.

Sul calciomercato e sulle scelte effettuate: “Sul mercato abbiamo combattuto su più tavoli e ci siamo scontrati con squadre più alte in classifica rispetto a noi: I giocatori forti spesso scelgono squadre con una classifica più tranquilla della nostra. Asencio non era un obiettivo, era un’opportunità per avere un giocatore di proprietà che una volta rimessosi in sesto poteva rappresentare un patrimonio per il futuro. Da Cruz? Ho provato a prenderlo ma non ci sono riuscito. Casasola è un ragazzo in gamba, lo voleva il mister ma lui ha preferito andare in un’altra squadra. Gli avevamo proposto un prestito con obbligo di riscatto e un contratto triennale in caso di permanenza. Laura ha grande fisicità, era tra quei 10/15 calciatori che diversi club di Serie B attenzionavano. E’ stato molto vicino al Vicenza, poi c’è stato qualcosa che ha fatto scoccare quasi casualmente la scintilla con il Cosenza“.

Oggi inizia il lavoro del direttore sportivo per la prossima stagione: “a me piace essere molto chiaro e lo sono stato con i giocatori che volevo andassero via; ringrazio Corsi per aver accettato il trasferimento e lo ritengo un valore e mi piacerebbe che quando finirà la sua carriera calcistica, potrà essere un membro del Cosenza calcio. A Gerbo ho detto che non rinnoverò il contratto, a Bittante vedremo in questi mesi come andrà la situazione soprattutto fisica. Nella mia agenda c’è il rinnovo di Matosevic perché se lo è meritato,  è un calciatore affidabile e può rappresentare un valore per questa società. Il Cosenza sul mercato ha fatto quello che doveva fare ed il presidente è stato di parola e per me questo è un valore assoluto, non ho trovato difficoltà”.

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