Una squadra senza personalità ed una guida tecnica giunta al capolinea

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Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Ancora una volta torniamo dal Marulla più frustrati che mai. Ancora una volta ci siamo trovati ad osservare un Cosenza in completa balia dell’avversario di turno che è venuto a prendersi tre punti facili.
Ancora una volta abbiamo toccato con mano l’inconsistenza di una squadra che non ha una minima idea di gioco, sia in fase propositiva, totalmente inesistente, che in fase difensiva dove continua la fiera degli orrori dei singoli, vedi la follia di Liotti sul secondo gol, ma anche la dormita di Hristov sulla prima marcatura degli umbri.
Ma anche gli altri reparti non hanno brillato, sia centrocampo che attacco sono apparsi spenti con poche eccezioni tipo Situm e la coppia Millico -Florenzi che da sostituti hanno cercato di rivitalizzare un morto che cammina.
Perché il Cosenza visto oggi è proprio questo: quel morto resuscitato in piena estate e che tutti hanno pronosticato come primo destinatario alla voce retrocessione, lo specchio perfetto del suo presidente che piuttosto che metterci del suo, vale a dire i tanti milioni che arrivano da diritti tv, preferisce campare sulle disgrazie altrui.
Accanto a Guarascio bisogna mettere senza dubbio i suoi “consiglieri” coperti che creano da tempo danni irreversibili e che sono i veri responsabili della frattura insanabile con la tifoseria, ed anche con gran parte di noi della stampa che abbiamo oramai perso ogni speranza di potere interloquire con la Società silana con il rispetto che ci si aspetta.
Ma oltre ogni ragionevole dubbio oggi il Perugia ha certificato l’inadeguatezza della guida tecnica del Cosenza. Il fallimento personale di Goretti, ammesso che sia vero quanto ha detto nelle conferenze stampa, che ha voluto fortemente il ritorno di Occhiuzzi sulla panchina rossoblù. Un ritorno che non solo non sarebbe mai dovuto avvenire, ma che ha prodotto la miseria di soli 4 punti in sette gare, frutto di altrettanti inutili pareggi. Perché lo sanno anche i sassi che nell’era dei tre punti a vittoria, i pareggi sono quasi come l’equivalente di una sconfitta.
Oggi Occhiuzzi ha messo in mostra tutta la sua inadeguatezza per condurre il Cosenza in un campionato difficile come la Serie B. Davanti ad una difesa statica come quella del Perugia ha proposto un attacco altrettanto statico con Larrivey apparso per quello che è: una vecchia gloria buono oramai per le partite del cuore (vedi come si è fatto recuperare dal difensore quando era solo davanti al portiere). Laura non è un goleador ed i suoi errori sotto porta cominciano a diventare imbarazzanti. Se proprio si doveva fare rifiatare Caso allora perché non inserire Millico dall’inizio? E perché non dare fiducia al giovane Florenzi che pare essere l’unico dei centrocampisti in grado di velocizzare il gioco?
Ma quello che è ancora più grave è il fatto che l’allenatore non è in grado di dare personalità ad una squadra che dovrebbe fare leva proprio su questo per sopperire al deficit tecnico. Il tempo di Occhiuzzi è irreversibilmente scaduto ed è bene che i vertici del Cosenza facciano mea culpa e chiedano scusa alla città per questo imperdonabile errore commesso solo per una “logica di risparmio” e per come stanno mettendo alla berlina il nome della Cosenza sportiva.
Fate presto, prima che sia troppo tardi.

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