Cosenza bello ma sfortunato a Bologna

Redazione Solocosenza

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Che peccato. Probabilmente Bologna-Cosenza, rientra in una di quelle classiche partite che vengono decise da un episodio. Al Bologna, meglio a Sansone, l’episodio è riuscito. Al Cosenza, nonostante l’impegno e la buona disposizione in campo, no.

Il Cosenza esce sconfitto dal Dall’Ara e questo ci può stare, ma di certo, i Lupi non sfigurano davanti ad una formazione di massima serie, con una squadra piena di giocatori di qualità e di tecnica. Com’era prevedibile, Dionigi, in attesa di nuovi innesti, sceglie di mandare in campo quei calciatori che, provati e riprovati durante il ritiro, gli danno maggiori garanzie.

Davanti a Matosevic, straordinaria la sua prestazione, vengono schierati Panico e Rispoli, chiamati a fare i pendolini sulle fasce. Al centro della difesa, Dionigi schiera Vaisanen e Rigione. A centrocampo il tecnico dei Lupi, riconferma la fiducia a Voca e Vallocchia, chiedendo a Florenzi di mettere a disposizione della squadra la sua capacità di saper cambiare il ritmo della partita. In attacco, spazio a D’Urso e Brignola, con Larrivey unica punta.

Sin dal fischio d’inizio, il Cosenza si fa preferire per impostazione tattica e buone trame tra i reparti. Il Bologna, cerca di alzare i ritmi, sperando di intimorire i Lupi. I padroni di casa provano a mettere la freccia ma devono fare i conti con Matosevic, già in forma campionato che, si esalta con un paio di interventi che innervosiscono Arnautovic e compagni. Il Cosenza, gioca, mostrando buone trame. La troppa precipitosità e qualche passaggio sbagliato di troppo, non permettono a Larrivey e soci di rendersi pericolosi. Se al Cosenza non manca la personalità, ad esser sinceri fa difetto un po’ di qualità, soprattutto in mezzo al campo. Probabilmente, a questa squadra, serve uno alla Cavion o con caratteristiche simili. Che sappia cambiare il ritmo della partita. Perdere a Bologna, ci può stare. Resta il rammarico. Tra sei giorni, comincerà il campionato. E giá da Benevento il Cosenza dovrà dimostrare di avere una “fame” da Lupi e di meritarsi l’amore dei 20mila del Marulla.

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