Se questo è un sogno, non svegliatemi. Mi hanno sempre insegnato che, la regola di un buon servizio giornalistico, è raccontare la cronaca dei fatti, lasciando fuori giudizi personali e dimostrando imparzialità e distacco da quello che si scrive.
Ma, quando si tratta del Cosenza, del nostro Cosenza, nel bene e nel male, inevitabilmente succede che lo spirito dello sfegatato tifoso che è in me, sovrasta quello del cronista. Cosenza, e il Cosenza, ancora una volta, ci regalano una notte magica. Una di quelle da far venire la pelle d’oca. Già, la pelle d’oca. L’ho provata, salendo le scale del “Marulla”. Era dal 20 maggio che non succedeva. Da quella fantastica sera, tante cose sono cambiate. Ma questa è un’altra storia.
Cosenza-Modena, seconda gara di campionato, non è stata solo una partita di calcio, è stata una festa. Una festa che, al triplice fischio finale, racconta di un Cosenza in vetta a punteggio pieno, in coabitazione con il Frosinone. Infatti, per la seconda domenica consecutiva, il Cosenza guarda tutti dall’alto. Dopo il blitz di Benevento, anche contro la neopromossa Modena, i Lupi, giocano una gara di intensità e sacrificio. La vittoria contro i “canarini” vale ancor di più dei tre punti in palio, perchè conquistata con la voglia di regalare una gioia ai diecimila del “Marulla”.
Davide Dionigi, ancora una volta, si affida all’undici titolare. A copertura di Matosevic, agiscono in quattro: Panico e Rispoli fanno la voce grosse sulle fasce, mentre Rigione e Vaisanen, dettano legge in difesa. A centrocampo agiscono Voca, Vallocchia e Florenzi. Quest’ultimo, capace di caricarsi sulle spalle la squadra. A D’Urso e Brignola affida il compito di far ammattire la difesa avversaria e servire palloni per El Bati.
Il Cosenza gioca con personalità e, anche quando per un fortunato colpo di testa di Bonfanti si trova sotto di un gol, non perde, né la calma, né la concentrazione. I Lupi, assomigliano al loro tecnico che, nemmeno per un secondo riesce a smettere di correre sull’area tecnica. I tre punti di stasera, non solo solo frutto di una buona organizzazione tattica ma, anche, del coraggio del tecnico che indovina i cambi e rivoluziona la squadra, facendo fare l’esordio a Gozzi e inserendo Brescianini (che spettacolo vederlo giocare, ndr) e Butic.
Il gol del pareggio è un’invenzione di Florenzi. Il n. 34 rossoblù si costruisce la marcatura da solo. Prende palla a centrocampo, punta la difesa avversaria e da 25 metri fa partire un missile che buca Gagno e fa esplodere il “Marulla”. Inizia la festa sugli spalti. L’apoteosi si raggiunge mentre il cronometro sfreccia verso l’ottantesimo. Anche quello del raddoppio è un gol da vedere e rivedere. Il merito della marcatura è dell’ex capitano del Milan Primavera che dimostra di avere piedi buoni, gran visione di gioco e ottimi tempi d’inserimento. Gagno è costretto a capitolare per la seconda volta.
Da lì in poi, non succede più nulla. Al triplice fischio finale, inizia la festa. “Una canzone per il Cosenza io canterò”, accompagna la squadra sotto tutti i settori dello stadio. E’ uno spettacolo nello spettacolo. Ad una settimana dalla trasferta di Parma e a dieci giorni dalla chiusura del calciomercato, il Cosenza si gode il suo successo e programma nuovi innesti. Oggi era importante vincere. E convincere. Il Cosenza è riuscito a farlo. Ora, bisogna continuare così. Allora, se questo è un sogno, non svegliatemi.