Esaurita la sosta per gli impegni delle nazionali, anche la Serie B torna in campo con la settima giornata che verrà aperta al San Vito Marulla da Cosenza – Como. Alla vigilia della gara torna a parlare in conferenza stampa Davide Dionigi.
Si torna in campo con il Cosenza che deve necessariamente cambiare in meglio la finalizzazione del gioco. Sono state studiate alternative al sistema di gioco che finora ha previsto una sola punta vertice con tre trequartisti alle spalle?
“Abbiamo provato soluzioni diverse –dice Dionigi – da utilizzare nel corso della gara o anche in avvio, abbiamo dei numeri da migliorare, anche se i nostri sono in linea con quelle del maggior numero delle squadre che affrontiamo. Noi dobbiamo essere una squadra in continuo miglioramento, tenendo sempre ben presente da dove siamo partiti. I ragazzi ci stanno mettendo tanta vogli di lavorare e di imparare considerato che l’età media della nostra squadra è tra le più basse della categoria. Siamo orgogliosi di avere allestito una squadra con giovani di qualità, ma questo comporta anche il fatto che bisogna dargli il tempo di maturare”.
I dati di queste prime giornate di campionato evidenziano come il Cosenza non abbia mai segnato nel primo tempo, mentre di contro ha subito quattro delle cinque reti incassate finora. Questo dipende da un approccio sbagliato delle gare o da qualcos’altro?
“Non direi che dipenda dall’approccio sbagliato alle gare – sottolinea il tecnico rossoblù – quanto piuttosto dalla capacità di sfruttare meglio le occasioni che si creano, e proprio in questo dobbiamo migliorare. Noi siamo una squadra che gioca ad alta intensità, che fa dell’agonismo la sua arma migliore. Se è giusto tenere conto delle statistiche per migliorare è ancora più importante sapere capitalizzare al meglio le occasioni create. Se prendiamo ad esempio l’ultima gara contro il Sudtirol, abbiamo avuto un’occasione clamorosa, senza buttare la croce ai ragazzi, in cui si è scelto di tirare in porta invece di servire il compagno libero. Per le statistiche il tiro è finito fuori, ma per noi era un’occasione clamorosa per segnare. Bisogna migliorare nelle scelte che si fanno al momento in cui si crea un’azione pericolosa”.
Ci sono anche dei numeri positivi che riguardano i gol realizzati con tiri da fuori area (3 su 5) che collocano il Cosenza subito dopo la Spal che in verità ne ha realizzati 10. Come si legge questo dato?
“Abbiamo visto che le squadre avversarie tendo ad abbassarsi quando giocano contro di noi – spiega Dionigi – ed il tiro da fuori area è una delle soluzioni che proviamo spesso anche in allenamento. Quando gli avversari sono tutti schierati a difesa dell’area di rigore non è facile per nessuno trovare lo spiraglio giusto per mettere l’attaccante in condizione di fare gol, per cui il tiro da fuori serve molto ed è una soluzione sulla quale lavoriamo molto”.
Il Como arriva a Cosenza dopo avere cambiato l’allenatore, questo potrebbe cambiare qualcosa tatticamente? I loro numeri sono impietosi con 11 gol subiti e solo 6 realizzati, nonostante i nomi di prestigio presenti in rosa.
“Il Como vanta una rosa importante con calciatori di caratura internazionale e che, per come è composta, potrebbe ben figurare in Serie A. Hanno avuto dei problemi ed ora hanno cambiato guida tecnica per cui noi abbiamo potuto provare quello che potrebbero fare in fase di possesso palla. Sappiamo di trovarci difronte una squadra dall’elevata caratura tecnica, ma dobbiamo affrontarla come abbiamo fatto contro il Bologna, il Benevento o il Parma, mettendo in campo le nostre armi e cercando di aumentare il valore dei nostri valori, scusate il gioco di parole, cercando di mettere in pratica il lavoro settimanale senza dimenticare che siamo una squadra votata al sacrificio, alla compattezza ed al dimostrare che davanti a erti avversari, possiamo giocare per vincere la partita”.
Oltre all’incognita del posizionamento in campo degli avversari che con il cambio in panchina non sappiamo quale possa essere, si dice che il momento peggiore sia proprio affrontare la prima gara contro una squadra che ha cambiato allenator. Ë davvero così?
“Certo che è così – spiega Dionigi – A volte la scossa arriva subito altre volte no, dipende sempre dalle dinamiche interne alla squadra. Noi abbiamo lavorato cercando di capire in che modo il Como possa cambiare atteggiamento tattico rispetto al passato, cercndo delle soluzioni vincenti per noi. Abbiamo lavorato duro in questo periodo per portare tutti i calciatori ad un eguale livello di condizione. Ci stiamo avvicinando al momento in cui potremo scegliere una formazione iniziale più completa, a livello di possibilità di scelta, rispetto al recente passato, in modo da avere più certezze sulle nostre potenzialità”.
La ripresa del campionato dopo la sosta, presenta sempre delle incognite, sia per quanto ha già detto lei e sia per i maggiori carichi di lavoro affrontati dagli atleti. Cosa si aspetta dalle prossime gare, tutte importanti, che dovrete affrontare?
“Abbiamo lavorato come nella prima parte del campionato, in cui ci siamo trovati difronte avversari difficili e molto quotati. Noi dobbiamo lavorare per migliorare le nostre certezze, per esaltare le qualità dei nostri calciatori. Stiamo lavorando su diversi concetti, come attaccare con più uomini, che non significa mettere più punte in campo, ma migliorare il posizionamento in fase d’attacco. Ora possiamo lavorare con più uomini da scegliere negli undici iniziali, mentre prima eravamo molto limitati in questo”.
A questo riguardo, le ultime settimane sono servite a quei calciatori che abbiamo visto di meno in campo, per mettersi al pari degli altri e metterla in difficoltà al momento delle scelte?
“Credo che nel giro delle prossime due-tre gare vedremo in campo un po’ tutti i ragazzi, verso i quali non nutro alcuna preclusione. La condizione atletica comanderà su tutto perché noi siamo una squadra che conta molto sulla fisicità e sulla velocità del gioco”.
Che ricordi ha della sua esperienza da calciatore con il Como e, stante l’assenza di Florenzi e di un calciatore con le sue stesse caratteristiche come pensa di affrontare e neutralizzare gente come Fabregas e Mancuso?
“Arrivai a Como che ero un ragazzino di belle speranze e vincemmo quel campionato con il grande Marco Tardelli come allenatore. Per noi giovani è stata una scuola di vita, perché avere un campione del mondo accanto ogni giorno, è servito tanto per imparare. È vero che non abbiamo un secondo Florenzi, per cui fino a domani penseremo se giocare con un trequartista più offensivo oppure uno di contenimento”.