Voce del verbo “stupire”

Caterina Alba Minico

Caterina Alba Minico

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L’arrivo del DS Gemmi è stato accompagnato da uno slogan impegnativo che ha spopolato sui canali social del tifo tinte rossoblù e che presentava un verbo che neppure nelle piazze più blasonate viene impiegato con tale facilità. “Vogliamo stupire” è forse la frase che i tifosi del Cosenza maggiormente non perdonano alla società, incaricata a costruire una squadra che potesse disputare un Campionato di Serie B dignitoso.

Stupire” voce del verbo “stupire”, modo infinito, tempo presente. Il significato proposto dal Treccani del verbo citato è: “Essere preso da stupore, da grande meraviglia per qualche cosa”. Questo Cosenza sembrava potesse meravigliare dopo le prime due uscite stagionali ma l’entusiasmo ha lasciato prima spazio a qualche perplessità, poi alla quasi rassegnazione. Quello odierno è il quinto tracollo consecutivo della squadra bruzia.

A stupire ancora sono i passivi che la squadra sta continuando ad incassare, a partire dal derby contro la Reggina, disputatosi poco meno di un mese fa. Quello che sembrava un risultato dettato dal notevole divario che separava le due squadre calabresi, si è rivelato solo un trailer del lento tracollo che sta andando in scena a cadenza regolare nell’ultimo mese.

Squadra priva di iniziative lodevoli, il tabellino di ogni partita sembra la copia di quello della settimana precedente. Il punto è che, pur cambiando qualche interprete, il canovaccio principale è rimasto inalterato: è un S/Profondo Rosso-blu. É di certo prematuro poter ipotizzare che il cambio di allenatore potesse dare una scossa ad una squadra tanto demoralizzata: solo ieri mattina mister Viali ha avuto modo di presentarsi e farsi conoscere anche dagli addetti ai lavori. Pisa-Cosenza è arrivata forse troppo presto per poter dare un giudizio sull’idea di gioco che mister Viali vorrebbe trasmettere alla squadra e la squadra si è fatta trovare, comunque, impreparata agli assalti dei toscani.

Il Pisa parte in quarta e mette fin da subito pressione ai rossoblù, autori di un primo tempo da cestinare. Poche idee e lente manovre non permettono ai ragazzi di Viali di verticalizzare in area. Nel secondo tempo il Cosenza guadagna un po’ di coraggio e tenta qualche rapida giocata, ma a parte il goal della bandiera segnato da D’Urso, non riesce a rendersi davvero pericolosa in fase offensiva. L’epilogo è ancora amaro, finisce 3-1 per i nerazzurri di Luca D’Angelo. L’impressione, però, è che difficilmente questa squadra avrebbe potuto giocare ad armi pari contro il Pisa, che soprattutto nel primo tempo ha dato l’idea di una squadra tatticamente meglio organizzata e capace di concretizzare con una certa facilità le occasioni create.

L’ “Arena Garibaldi – Romeo Anconetani” ha fatto da scenario ad un’altra complessiva insufficiente prestazione della squadra che da domani dovrà necessariamente mettersi al lavoro per costruire un’intesa, magari vincente, con il nuovo mister. Nonostante la sconfitta, da segnalare qualche lieve margine di miglioramento. La squadra rossoblù si è avvicinata, talvolta in maniera troppo timida, alla porta e il numero di tiri realizzati ne sono un’evidenza, così come la percentuale di possesso palla. Ma questi numeri servono solo ad infondere un po’ di speranza per il futuro ad una tifoseria che deve, nuovamente, digerire una sconfitta.

Ecco perchè non serviva necessariamente “stupire” per disputare un campionato tranquillo in cadetteria. Questo Cosenza è in una fase delicata del Campionato e la gara di sabato prossimo contro il Palermo sarà il primo, vero, banco di prova per mister Viali, chiamato a risollevare le sorti della squadra . Per stupire c’è tempo, ora è il caso di sopravvivere a questo campionato che sta offrendo insidie e malumori all’ambiente bruzio.

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