Le porte girevoli del Cosenza e l’ennesima scommessa di Guarscio

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Passate ventiquattro ore dalla chiusura del mercato di riparazione, è tempo di fare un bilancio e qualche considerazione sulle operazioni che il DS Gemmi ha portato a termine, secondo le esigenze emerse in questa prima disastrosa parte di campionato, che come sempre sono andate di pari passo con il (misero) budget messogli a disposizione dal patron Guarascio.
Scriviamo questo perché come al solito le porte girevoli del Cosenza calcio non hanno determinato quel cambio di rotta in ottica programmazione che invano tutti chiediamo da anni e che continuiamo a non vedere messo in pratica.
Il bilancio si può dire che si è chiuso in sostanziale pareggio, visto che sono partiti undici giocatori e ne sono arrivati dieci, come evidenzia la grafica a corredo di questo articolo, e la prima cosa che salta all’occhio è quella di constatare che ben sette degli undici calciatori ceduti erano arrivati la scorsa estate, segno evidente delle scelte sbagliate di Gemmi. E che questi calciatori (Brignola, Butic, Camigliano, Gozzi, Merola, Panico, Sidibe) non fossero adatti a questo campionato di Serie B, lo hanno dimostrato non solo le prestazioni in campo, ma anche il fatto che ad eccezione di Sidibe accasatosi all’Ascoli, tutti gli altri hanno trovato collocazione in squadre di Serie C insieme a Matosevic e Vallocchia. A proposito dell’Ascoli, i marchigiani si sarebbero presi volentieri anche D’Urso, messo inopinatamente sul mercato solo perché ha un contratto più oneroso degli altri, e se non fosse stato per il rifiuto di Falzerano di accasrsi da noi, l’affare sarebbe andato in porto, con buona pace dei valori tecnici sacrificati sull’altare del risparmi economico.
Non è mancato il classico colpo a sorpresa dell’ultim’ora rappresentato dall’ingaggio di Mauro Zarate che arriva a prendere il posto di Jaochim Larrivey, che ha scelto la risoluzione contrattuale per accasarsi al Sud Tirol di Bisoli. L’argentino così come Larrivey e prima di lui Riviére è un calciatore sul viale del tramonto, che si spera possa trovare in riva al Crati quel colpo di coda che faccia le fortune della nostra squadra, così come è successo ai suoi predecessori, sperando che in questi quattro mesi di campionato possa mettere in mostra le sue qualità, che potrebbero fare la differenza, per non rivelarsi solo un colpo mediatico.
Zarate è l’ennesima scommessa che Guarascio gioca per salvare il Cosenza e garantirsi un altro anno di ricchi introiti garantiti dalla Serie B.
Come sempre il campo dirà la sua sulle operazioni portate a termine ma qualche considerazione bisogna farla sui nuovi arrivati. Colmata la lacuna del portiere, visto che Micai rappresenta un elemento di sicura esperienza come ha già fatto vedere, nel reparto difensivo abbiamo il ritorno di Tommaso D’Orazio che conosciamo bene quanto possa offrire alla causa, e l’arrivo del figlio d’arte Salihamidžić, giovane di belle speranze ma che si affaccia ora al calcio professionistico. E qui c’è una considerazione da fare: che senso ha prendere un giovane senza alcuna esperienza e tesserarlo fino a giugno? Se lo si individua come elemento sul quale puntare in futuro, bisogna fare un accordo con la società di appartenenza (il Bayern di Monaco) che preveda un diritto di riscatto e non un prestito secco fino a fine stagione che in prospettiva non serve a niente, se non eventualmente sfruttarlo per il minutaggio che vada a rimpinguare la quota del premio che la lega di B elargisce a fine stagione.
A centrocampo, vero tallone d’Achille della squadra, sono arrivati solo due giovani: Cortinovis come sta già accadendo può trovare spazio in campo e dare il suo contributo, tranne quello offerto nella gara contro il Parma, mentre Agostinelli è un’incognita totale visto che anche lui non ha giocato neanche un minuto tra i professionisti, come dimostrano le zero presenze in campo con la Reggina che lo ha avuto a disposizione nella prima parte di questa stagione.
Serviva come il pane un regista che non è arrivato ed è inutile pensare di averlo in Calò, visto che è giunto a Cosenza infortunato e non riesce a tornare a disposizione se non per sprazzi di gara. Inutile nascondere che anche questo è stato un acquisto sbagliato in origine.  
Detto di Zarate, il reparto d’attacco ha fatto registrare cinque arrivi e altrettante partenze. Ceduti i deludenti Brignola Butic e Merola, sono arrivati Marras, ottimo il suo impatto alla prima gara, Finotto, reduce da stagioni ricche di infortuni e delusioni e l’attaccante croato Delic, tutto da scoprire ma che, al pari degli altri, non è un bomber capace di garantire un numero considerevole di gol che possano rianimare il secondo peggior attacco della cadetteria.
Ora come sempre la parola passa al campo e speriamo che il nostro pessimismo possa via via svanire, spiace comunque constatare che per l’ennesima volta non si sia visto una reale volontà di cambiare il corso delle cose. Non che ce lo aspettassimo ma da tifosi del Cosenza, di certo non ci meritavamo l’ennesimo calcio mercato fatto con il braccino corto, dove si sono solo compensati gli stipendi in entrata ed in uscita.
Non ci resta che affidarci alla madonna del Pilerio e a San Francesco di Paola, sperando che infondano ai nostri calciatori, lo spirito indomito dei Lupi, quello che serve per mantenere il Cosenza in Serie B.

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