Gli infortuni di Zarate, stagione finita dopo solo tre gare, e Praszelik, un mese e mezzo di stop, potrebbero rivelarsi anche un punto di svolta positivo in questa stagione scellerata. E spiego brevemente il perché. Innanzitutto perché tolgono un po’ di alibi a mister Viali, il quale si è visto arrivare in chiusura di calciomercato un ex campione ed una serie di ennesime scommesse.
Il grave infortunio occorso a Zarate cui rivolgiamo gli auguri di una pronta guarigione, libera il tecnico dall’obbligo di dovere schierare a prescindere, il nome di peso presente in rosa. Un po’ come accaduto con Larrivey che quest’anno sembrava un lontano parente del giocatore decisivo visto lo scorso anno, l’arrivo di uno Zarate lontano dalla forma fisica migliore, è stato l’ennesimo errore di questa pseudo dirigenza che ha guardato più al ritorno d’immagine che non alla sostanza delle cose, una scommessa che purtroppo risulterà alla fine persa.
Anche l’arrivo di Praszelik resterà un’incompiuta perché difficilmente lo rivedremo in campo se non per qualche spezzone di partita a fine stagione, senza capire se fosse un giocatore funzionale ed utile alla salvezza del Cosenza.
Ecco allora che Viali ora non ha più gli alibi di fare giocare i “nuovi” ma deve riuscire finalmente a dare un gioco alla squadra, ma anche una personalità che per ora abbiamo visto solo in brevi spezzoni di gara. Puntando su quegli elementi che appaiono più validi di altri in questo momento, tipo Cortinovis.
Intanto iniziano ad impazzare i nomi dei possibili sostituti da prendere nel mercato degli svincolati, che lasciano come sempre il tempo che trovano, ma se oggi che non si può pescare se non che in questo grande calderone, perché non lo si è fatto ai primi cedimenti della rosa allestita in estate? Magari lo avessimo fatto allora così oggi ci potremmo trovare in rosa giocatori funzionali e pronti per cercare di centrare l’ennesimo miracolo.
Fossi al posto del patron Guarascio, più che cercare nuovi calciatori, oppure offrire un rinnovo a Zarate per il futuro, cosa a cui possono credere solo gli allocchi, proverei ad acquistare l’unico “giocatore” davvero in grado di potere portare una svolta decisiva in queste giornate che mancano: il tifo organizzato.
Se fosse un patron “illuminato” Guarascio farebbe l’unica cosa giusta da fare in questo momento: scendere dal suo piedistallo d’argilla e andanre a chiedere scusa alla tifoseria organizzata e offrendo loro non solo l’annullamento di multe e daspo ingiusti ed incomprensibili, ma anche mostrando una reale intenzione a farsi da parte, perché il suo ciclo è finito come dimostra la sua conclamata incapacità a programmare una stagione calcistica degna di questo nome.
Questa è l’unica cosa da fare, perché continuare a “brancolare nel buio” non potrà fare altro che spingerci verso un baratro che nessuno di noi può immaginare quanto sia profondo.