Classifica piena, stadio vuoto

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Nel 2005 irrompevano nella scena rock italiana gli Offlaga Disco Pax con un album di grande impatto come “Socialismo Tascabile (Prove Tecniche di Trasmissione)” (Santeria Records). Un disco che mescolava elettronica e rock, New Wave e pop rock richiamando, nei testi declamati da Max Collini, un mondo ed un immaginario definitivamente scomparso che esaltava l’epopea comunista ed i suoi eroi e simboli, che potevano essere politici o atleti, mezzi di locomozione o dolciumi venduti solo nei paesi dell’est.
Gli Offlaga Disco Pax, che coincidenza, partirono da Reggio Emilia alla conquista dell’Italia musicale con le loro canzoni intrise di riferimenti locali che ben presto divennero globali, assicurando al trio un successo più che meritato, interrotto solo dall’improvvisa scomparsa di Enrico Fontanelli, mente musicale e grafico della band.
Tra gli “eroi” più celebrati dal trio reggiano c’era il leader albanese Enver Hoxha protagonista in più di un brano: dalla “Piccola Pietroburgo” a “Onomastica”, passando per quella “Enver” nel ritornello della quale si ascolta una frase che mi è tornata in mente mentre mi accingevo a scrivere questo articolo dove la musica c’entra come il cavolo a merenda. In “Enver” si ascolta Max Collini recitare: “hai lasciato piazze piene e urne vuote”. Ecco allora svelato il titolo di questa riflessione dove le piazze virtuali dei social sono piene di innamorati del Cosenza, ma lo stadio resta desolatamente vuoto nonostante il buon cammino in campionato della pattuglia capitanata da Fabio Caserta.
Vediamo un po’ di numeri. Nelle sette gare disputate finora al San Vito-Marulla gli spettatori totali sono stati 35.836 dei quali 491 tifosi ospiti. Il Cosenza conta solo 790 abbonati ed occupa in questa classifica il penultimo posto superando i 449 della Feralpisalò, ma c’è da tenere conto che la neopromossa squadra lombarda gioca le sue gare casalinghe a Piacenza, quindi ad oltre 100 km di distanza dalla cittadina lombarda. Quello degli abbonati è un numero sempre impietoso per il Cosenza calcio, vuoi per una incredibile e storica ritrosia del pubblico rossoblù a sottoscrivere gli abbonamenti, ma anche perché il dato degli abbonati è sempre relativo perché su di esso incombono una serie di variabili che sono sempre diverse da squadra a squadra, dai prezzi proposti al bacino d’utenza delle città passando per le incomprensibili regole indigeste come la inutile e anacronistica “tessera del tifoso”. Per questo e mille altre ragioni la passione del tifoso non può mai venire misurata con il dato degli abbonati. Ad esempio, il massimo di abbonamenti (2.839) sottoscritti dalla tifoseria rossoblù si registrò nella stagione 1988-89 mentre quello minimo (164) è di dieci anni fa stagione 2013-2014.
Per la stagione in corso, come per quelle precedenti del recente passato, pesano tanti fattori come i prezzi decisamente alti per un’area depressa economicamente come la nostra, gli orari delle gare che sono prevalentemente di sabato alle 14.00 e che non favoriscono di certo lavoratori e studenti, certi atteggiamenti delle forze dell’ordine che a volte sono stati decisamente incomprensibili per non dire oltre le righe come, ad esempio, nella gara di apertura di questo campionato.
Poi ci sono altri aspetti da considerare come le scorie della contestazione verso la presidenza Guarascio degli anni recenti ed uno stadio fatiscente che soprattutto nella stagione invernale non invoglia certo ad essere frequentato.
A tutto questo, quest’anno fa da contraltare un organico più che buono allestito dal Cosenza e che gioca un buon calci, capace di affrontare ogni avversario a viso aperto senza dare mai l’impressione di essere inferiore come accadeva nel recente passato.Per questo meriterebbe ben altro seguito nelle gare casalinghe, mentre in trasferta questo già avviene.
Resta però il fatto che il San Vito-Marulla giornata dopo giornata perde spettatori passando dagli 8.410 della prima giornata contro l’Ascoli, giocata in una sera d’agosto, ai 3.750 di ieri contro la Reggiana. Numeri decisamente bassi per una squadra che si sta esprimendo bene e che meriterebbe un seguito maggiore ma che può contare solo sullo zoccolo duro di una tifoseria sempre appassionata, ma che si perde nella vastità di un San Vito-Marulla capace di riempirsi solo nelle gare da “mors tua, vita mea”.
Lungi da noi dare patente da veri tifosi a chi è sempre presente e chi no, sappiamo bene che sulle presenze allo stadio incidono, oltre ai fattori già elencati, altre variabili come l’alto costo del biglietto d’ingresso che diventa una spesa non sempre sostenibile se, ad esempio, un genitore vuole portare uno o più figli alla partita, la possibilità di vedere comunque la gara in diretta televisiva, fattore questo di non poco conto, che è figlio di questo calcio moderno dove la passione del tifoso è stata svenduta sull’altare dei diritti televisivi che, se da un lato sono una sicura fonte di reddito per le Società, dall’altro penalizzano proprio coloro che dovrebbero essere i veri fruitori dello spettacolo calcistico, vale a dire i tifosi.
Difficile trovare la ricetta giusta a questo trend, ma lasciateci almeno dire quanto è triste vedere il San Vito – Marulla quasi sempre desolatamente vuoto.

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