Dai “festeggiamenti” alla partita: un anniversario rovinato su tutti i fronti

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Diciamocelo francamente, a parte lo straordinario spettacolo offerto dal pubblico, che quando gli “occasionali” si uniscono allo zoccolo duro è sempre un bel vedere, quella di ieri sera è stata una delle serate più tristi della stagione.
Che il Cosenza calcio abbia bisogno di un serio esperto di marketing è cosa nota dall’avvento della proprietà Guarascio, così come un serio investimento andrebbe fatto sulla comunicazione, non solo dell’immagine sportiva, ma di tutto il nome del Cosenza Calcio.
Che il 110° anniversario del calcio cosentino fosse caduto in questo 2024 era cosa nota dall’inizio di stagione, per cui c’era tutto il tempo per organizzare un grande festa degna della tradizione sportiva di Cosenza, un po’ com’è stata quella del centenario che, per fortuna, è stata di gran lunga migliore di quella pessima andata in scena ieri sera.
Un’occasione perduta, una delle tante dell’epopea Guarascio, non solo perché messa in scena pochi minuti prima di un’importante gara di campionato, ma proprio perché è stata brutta e priva di senso. A cominciare dalla parata di sindaci e gonfaloni dei comuni della provincia; che non si sa a quale scopo invitati a celebrare una squadra di calcio, seppure importante come quella del capoluogo di provincia.
Tra luci e fumi da discoteca, musica commerciale sparata a palla, qualche calciatore protagonista dell’ultima promozione in Serie B, qualche vecchia gloria e qualche dirigente del recente passato, invitati forse solo perché ora lavorano in squadre di Serie A, tutto è sembrato raffazzonato e preparato all’ultimo minuto.
A questo aggiungiamoci pure la fatica, almeno dalla tribuna stampa, di riuscire a comprendere le parole pronunciate al microfono durante gli interventi, dal sindaco Caruso al presidente della Lega Mauro Balata, passando per lo stesso Guarascio e per finire al collega di Sky Gianluca di Marzio che si è preso la briga di scaldare un po’ il pubblico facendo leva, come sempre in questi casi, sui nomi del suo compianto papà e di quelli indimenticabili della storia rossoblù come Marulla, Catena e Bergamini.
Insomma, l’ennesima occasione sprecata. Poi ci si è messa la squadra che ieri sera è parsa davvero incapace di imporsi sull’avversario. Il Cosenza ha giocato bene solo prima del rapido doppio vantaggio blucerchiato. Quando la Samp ha iniziato a giocare la gara proponendosi in avanti, gli uomini di Caserta hanno potuto esprimere un gioco più arioso rendendosi pericolosi sull’asse Frabotta-Tutino. Ma il 3-5-2 messo in campo da Pirlo ha ben presto imbrigliato il centrocampo rossoblù consegnato agli avversari in inferiorità numerica, con i soliti errori difensivi che hanno consentito agli avversari di segnare facilmente due reti in tre minuti e portare a casa il risultato.
Infatti, Pirlo ha lasciato sfogare il Cosenza disponendo la squadra con un modulo 5-3-2 che ha chiuso tutti gli spazi, concedendo solo uno sterile possesso palla, una serie di calci d’angolo sfruttati malissimo se non in una sola occasione, e qualche tiro da fuori area che non hanno creato eccessivi problemi al portiere Stankovic.
Ancora una volta abbiamo constatato che Caserta non ha pronto un piano b che gli consenta di cambiare le cose in campo quando gli avversari si chiudono a riccio, e questo a nostro avviso è uno dei limiti emersi fino ad oggi.
Probabile che il tecnico silano non abbia gli uomini adatti a farli, o forse ha assunto un ferreo credo tattico e non intenda cambiarlo, ma di certo questo, a volte, diventa un limite che non fa bene al Cosenza.

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