Tanto tuonò che piovve. Alla fine il sig. Guarascio ha parlato, oracolo degli oracoli, non davanti alla stampa come sarebbe stato sacrosanto fare, non certo oggi, ma all’indomani di una retrocessione amara quanto programmata, ma attraverso un comunicato ufficiale che non prevede contraddittorio (gli piace vincere facile) e che cercheremo di analizzare come da nostro sacrosanto diritto e abitudine.
Accolgo con immenso piacere la possibilità di chiarire la reale situazione, pubblicamente, soprattutto al cospetto dei tifosi, gli unici verso i quali sento la necessità di dare spiegazioni.
Ecco subito palesarsi il Marchese del Grillo che vive in lui, che decide a chi “dare spiegazioni”. Certo i tifosi sono degni di spiegazioni, ma se non ritiene di dovere -come avviene sempre e ovunque – incontrare la stampa per parlare ai tifosi, perché si affida a un comunicato stampa?
A seguito delle notizie che quotidianamente leggiamo sugli organi di stampa, per quanto riguarda la mia ostinazione a rimanere alla guida del Cosenza calcio senza nel contempo intervenire economicamente per mettere in campo una squadra adeguata per un immediato ritorno nella serie cadetta, sento la necessità di intervenire pubblicamente per chiarire, una volta per tutte, alcuni passaggi che reputo fondamentali. Ciò, per il rispetto che nutro per la città di Cosenza e per i tifosi.
“Come se fosse antani” il sig. Guarascio vorrebbe pescare gettando l’amo senza esca, sicuro che da questa parte ci siano degli allocchi o dei trogloditi. Che il sig. Guarascio si ostini a rimanere alla guida del Cosenza calcio senza mettere in campo una squadra adeguata, non lo dice la stampa: lo dicono i fatti. Senza andare lontano nel tempo, basta vedere quanto si sia impegnato nelle ultime due sessioni di mercato: quella del gennaio scorso e quella di quest’estate, per capire come non si sia affatto operato in maniera adeguata né per evitare la retrocessione, né per affrontare come sarebbe stato doveroso un campionato difficile come la Serie C del girone C.
È vero che sono stato contattato da alcuni imprenditori che avevano palesato l’intenzione di acquistare l’intero pacchetto azionario del Cosenza calcio, ma, il tutto, si è sempre risolto come una semplice manifestazione di intenti senza che, alla stessa, facesse seguito un’offerta adeguata al valore dell’intero pacchetto azionario.
Ma come, sbagliamo o proprio Lei sig. Guarascio aveva strombazzato ai quattro venti che una trattativa si sarebbe risolta “a brevissimo”?
E lo dico e sottolineo senza problemi: giacché queste mie parole potrebbero apparire strumentali rispetto a quanto si sta verificando, mi rendo sin da ora disponibile a trattare eventuali offerte di acquisto del Cosenza calcio, dinanzi la massima autorità comunale, ovvero il sindaco ed anche di fronte ad una eventuale delegazione di tifosi.
Da dove arriva questo improvviso afflato di trasparenza? Dopo che per mesi ha preso in giro tutti, in primis il sindaco della città che più volte ha ribadito che non intende più interloquire con Lei. I tifosi di contro, vogliono sentire solo che Lei se ne vada.
Credo sia arrivato il momento che, coloro i quali (imprenditori o fondi) ostentano l’intenzione di acquistare il Cosenza calcio, addebitando al mio ingiustificato rifiuto il fallimento delle trattative, si assumano la responsabilità di formalizzare le singole e rispettive offerte sotto il vigile controllo di sindaco e tifosi.
E perché non lo fissa Lei il valore di vendita del Cosenza Calcio? Perché non rende pubblica la reale situazione patrimoniale della società facendo vedere i libri contabili ai potenziali acquirenti?
Benché sia oggetto di minacce di ogni genere da parte di una piccola frangia del tifo organizzato, io continuo ad avere rispetto per tutti e per i tifosi stessi in particolare.
Per minacce cosa intende? Qualcosa di penalmente rilevante oppure la dura contestazione della parte più calda del tifo organizzato? Quella che più di ogni altro soffre nel vedere come è stata bistrattata la loro passione più grande.
Sono infatti convinto che, se costoro fossero a conoscenza della realtà effettiva, altre sarebbero le loro reazioni, ritenendo superfluo evidenziare gli immani sacrifici economici che tutt’oggi vengono affrontati per il bene della squadra, che è ciò che realmente conta.
Di quali sacrifici economici parla? Di quelli che ha messo in essere facendo andare in ritiro la squadra con le proprie automobili? Quelli che ha messo in essere durante le ultime due sessioni di calciomercato? Quelli fatti per ridurre il prato del San Vito i Marulla più simile ad un campo di patate, che non a quello degno di una società di calcio professionistica? Quelli dovuti e molto spesso non corrisposti per stewards e fornitori? Quelli per il canone d’affito dello stadio che, a detta di sindaco e consiglieri comunali, non vengono corrisposti da anni? Anche noi, umili e bistrattati tifosi il del Cosenza Calcio prima e cronisti poi, vorremmo conoscere la “realtà effettiva” a partire dalle ragioni che hanno portato un misterioso soggetto che, più di un anno fa, ha pignorato il conto del Cosenza Calcio determinando la penalizzazione che, di fatto, ha portato alla dolorosa retrocessione. Se Lei, sig. Guarascio, ritiene che “bene della squadra, è ciò che realmente conta”, deve fare una sola cosa: indire una conferenza stampa, e rispondere a tutte le domande, mettendoci la faccia!



