Una città ed un tifoseria sempre più umiliata ed in ostaggio del presidente

Eliseno Sposato

Eliseno Sposato

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Ancora una volta, grazie alla gestione Guarascio, abbiamo assistito ad una partita di calcio dove la nostra squadra del cuore, il Cosenza, si è arreso senza quasi lottare all’avversario di turno. Ancora una volta assistiamo inermi alla sistematica umiliazione della passione rossoblù, perché queste infinite brutte figure sportive, non solo deludono la tifoseria, ma mettono in cattiva luce tutta la nostra città che ha solo questo palcoscenico di visibilità a livello nazionale. Se pensiamo alla gestione Guarascio, padre padrone ed unico responsabile di quello che vediamo da anni in campo, partite come quelle di oggi sono la regola e non l’eccezione alla stessa.

Anche quest’anno, indipendentemente come andrà a finire la stagione, possiamo già toccare con mano il fallimento del progetto tecnico messo in piedi dal DS Gemmi con il misero budget messogli a disposizione da un padrone che più che tenere a posto i conti, tiene al benessere del suo portafoglio che, anno dopo anno, si sta arricchendo di soldoni che arrivano dalla Serie B, come diritti Tv, premialità per l’utilizzo dei giovani, incassi al botteghino, grazie anche all’escamotage degli “oneri diversi” che sono la voce di bilancio che assorbe la maggior parte di questi guadagni che entrano puliti nelle tasche del “presinente” come lo appellano i tifosi più critici.

Nonostante le belle parole di facciata espresse finora, tra poche ore arriverà per Davide Dionigi l’ennesimo esonero della sua carriera da allenatore, cosa che non sorprenderà nessuno e che era di gran lunga preventivabile già ad inizio stagione. Insieme a lui dovrebbe andarsene anche Roberto Gemmi, ennesimo “signorsì” arrivato in riva al Crati con la prosopopea tipica di chi pensa di essere arrivato in una landa desolata dove potere affabulare ed abbindolare i poveri stolti di turno che poi saremmo noi, piccoli giornalisti di provincia che, probabilmente nei suoi pensieri, capiamo ben poco di grande calcio.
Ecco che allora con frasi ad effetto (boomerang) come il suo “stupire” ha fatto passare il messaggio di avere allestito una rosa competitiva con un signor allenatore che, complice i primi risultati, ci avrebbe portato lontano. Ed invece ben presto il campo ha presentato il conto mostrando come il Cosenza sia infarcito di calciatori inadeguati alla categoria, giovani scommesse che non sappiamo se sbocceranno mai, atleti irritanti per come giocano in campo, nonostante un passato di grido.

Se il Cosenza non riesce a fare che un solo tiro in porta a partita, che non riesce ad imporre mai un’idea di gioco che possa risultare vincente è frutto della pochezza delle sue scelte, condizionata sicuramente dai pochi spiccioli messi a disposizione dal più inadeguato di tutti che è sempre Guarascio.
A noi tocca l’ennesima delusione di dovere raccontare ed analizzare l’operato di chi dovrebbe portare lustro alla nostra città, ed invece non fa altro che continuare ad umiliare la nostra passione e la nostra dignità di innamorati del Cosenza calcio che, seppure sia più forte di ogni padrone di turno, comincia seriamente a vacillare.

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