Smaltita la sbornia e l’adrenalina dell’ennesimo prodigio compiuto dal Cosenza, è giusto analizzare “l’impresa” con un po’ di razionalità. Perché se da una parte ci si può facilmente rifugiare nel “miracolo calcistico” o nel “Cosenza fenomeno da studiare” riempiendo pagine ed articoli di mirabolanti iperboli linguistiche, è ben più difficile trovare elementi razionali per spiegare l’ennesima sofferta, ma comunque bellissima salvezza dei Lupi.
Non serve a nulla cercare una spiegazione speciale a quanto accaduto quest’ anno, perché è sotto gli occhi di tutti che la permanenza in Serie B del Cosenza ha un solo vero artefice. No, non sto per scrivere del “fattore C” del patron rossoblù, quanto più semplicemente mi sembra giusto mettere sotto la lente d’ingrandimento il lavoro svolto da William Viali.
Il tecnico lombardo è arrivato in riva la Crati, tra lo scetticismo generale, per sostituire sulla panchina rossoblù Davide Dionigi, dopo diversi rifiuti incassati da altri suoi più illustri colleghi. Una scommessa puntare su di un allenatore esordiente in cadetteria, che ci ha messo un po’, anche a suon di pesanti sconfitte, ad entrare in sintonia con il campionato e la squadra.
Lo ha fatto con umiltà e senza usare parole roboanti o facendo promesse da marinaio, puntando solo sul lavoro e sulle sue idee di calcio. D’altronde il materiale umano era quello che era: giovani di belle speranze e qualche vecchia volpe poco disposta a sacrificarsi per la causa. Poi la svolta nel mercato di gennaio che ha dato una nuova fisionomia alla squadra, seppure non innalzando più di tanto il livello tecnico, ma cominciando a “trovare la quadra”.
Prima di ingranare la marcia decisiva nel mese di febbraio, la pesante sconfitta di Como ci aveva tutti portato a chiederne la testa, come se fosse la soluzione più semplice da trovare. Poi la svolta nel derby con la Reggina ed un cammino tra alti e bassi; complice sempre il tasso tecnico modesto della rosa, che ha portato al pareggio del “Rigamonti” di ieri sera che è valso la permanenza in serie B.
Il gol di Meroni è stato il giusto premio al suo lavoro svolto in questi mesi dove ha saputo cavare il meglio dai suoi ragazzi, adattandoli a moduli diversi interpretati di partita in partita. Dal 4-4-2 al 3-5-2 per finire al sorprendente 4-1-4-1 capace di imbrigliare le alchimie tattiche dei colleghi avversari.
Un lavoro costante e duro svolto in silenzio, incassando critiche e giudizi severi e, di tanto in tanto qualche plauso, mettendoci sempre la faccia, senza sottrarsi mai al confronto con stampa e tifosi.
Un lavoro che lo ha messo sotto la luce dei riflettori, tanto da essere già attenzionato da altri club per la prossima stagione. Ma Viali merita la ricompensa di un rinnovo contrattuale e di allenare una rosa più competitiva, mantenendo parte di questa rosa che ha saputo plasmare. Su questo noi non possiamo intervenire se non sperando che il patron non replichi gli errori del passato.
Quello che di certo possiamo fare è esprimere il nostro sentimento di gratitudine per avere messo il nome di Cosenza sportiva davanti alla possibilità di disputare ancora un campionato di prestigio come la Serie B, che non è poca cosa per una città come la nostra che vive purtroppo un declino sociale, politico e culturale come non si vedeva da tempo e il calcio resta per tutti noi, non solo una valvola di sfogo, ma anche un elemento di riscatto. Grazie Mister.